Secondo uno studio del Parlamento
europeo il 14 per cento dei posti di lavoro nei paesi Ocse sono
automatizzabili e un altro 32 per cento dovrebbe affrontare
cambiamenti sostanziali. Un ruolo rivoluzionario in questo
processo di automazione lo riveste l'Intelligenza Artificiale.
Lo studio è stato citato dall'avv. Michele Grisafi,
organizzatore del convegno "Intelligenza Artificiale. La nuova
opportunità di business tra privacy, responsabilità copyright e
etica", oggi in Cciaa, che ha sviluppato il tema da vari punti
di vista con esperti di diversi settori.
Una rivoluzione e un cambiamento da regolamentare, compito
che, secondo il teologo Ettore Malnati va ascritto alla
politica, che "deve legiferare in materia perché l'intelligenza
artificiale non prenda il sopravvento su quella naturale". E' il
tempo della "etica mista", in cui "l'intelligenza naturale e
quella artificiale concorrono al vero, ma la seconda non deve
sostituire l'altra. A questo deve pensare la politica". Compito
che l'Unione europea - all'avanguardia in questo ambito rispetto
a Usa e Cina - si è assunto. "E' nella fase dei Triloghi (tipo
di incontro adoperato nella procedura legislativa dell'Ue, ndr)
il Regolamento AI Act, speriamo venga approvato entro il 2024.
L'AI Act rispetta i valori Ue e i diritti fondamentali come
trasparenza dei sistemi e certezza dei diritti.
Dal punto di vista imprenditoriale, Manlio Romanelli,
vicepresidente Assintel, segnala i ritardi in Italia: "La voce
più alta tra i fattori ostativi alla digitalizzazione è Risorse
economiche/Finanziamento limitate (31,1%).
Lo tsunami dell'applicazione dell'IA arriverà presto: per
Daniele Panfilo, Ceo di Aindo, una delle realtà più sviluppate
in Italia nell'applicazione di dati sintetici, sostiene che "i
500 miliardi di dollari che oggi fattura l'IA, nel 2030
diventeranno un trilione e mezzo". In questo ambito, uno dei
settori più a rischio è l' informazione: il giornalista Andrea
Bulgarelli, della giunta esecutiva della Figec, auspica che
"siano riconoscibili articoli, servizi giornalistici prodotti
dall'IA". Al contrario, uno, "forse l'unico" dei settori in cui
l'IA non ha controindicazioni, è quello dello sviluppo di
farmaci e medical devices, come ha evidenziato Luca Emili, Ceo
di Insilicotrials, per il quale, ad esempio, si possono
sperimentare farmaci in tempi estremamente più brevi.
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