La pandemia ha fatto fare un salto indietro di 4 anni alla lotta alla malaria. Dopo l'aumento dei casi del 2020 e la stabilizzazione del 2021, nel 2022 i contagi hanno registrato un'ulteriore crescita, attestandosi a 249 milioni di casi, quasi 17 milioni in più rispetto al 2019.
Crescono anche i decessi: sono stati 608 mila, 32 mila in più rispetto al 2019. Sono alcuni dei dati del 'World malaria report 2023' realizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma buone notizia arrivano dal fronte dei vaccini: nel 2021 l'Oms ha raccomandato l'adozione del primo vaccino per prevenire la malaria (denominato Mosquirix) e finora più di 2 milioni di bambini hanno ricevuto almeno una dose in Ghana, Kenya e Malawi.
Il rapporto, quest'anno, pone molta attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici sulla diffusione della malattia: potrebbero creare ambienti più favorevoli alla trasmissione dell'infezione, influire sulla capacità di risposta dei sistemi sanitari e causare migrazioni di persone prive di difese immunitarie verso aree in cui l'infezione è endemica. Tutto ciò potrebbe far aumentare i contagi e i decessi. È successo lo scorso anno in Pakistan, dove, a seguito di eventi climatici estremi, i casi di malaria sono cresciuti di 5 volte rispetto all'anno precedente passando dai circa 500 mila del 2021 ai 2,6 milioni del 2022.
"Il cambiamento climatico rappresenta un rischio sostanziale per il progresso contro la malaria, in particolare nelle regioni vulnerabili. Ora più che mai sono necessarie risposte sostenibili e resilienti alla malaria, insieme ad azioni urgenti per rallentare il ritmo del riscaldamento globale e ridurne gli effetti", ha affermato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
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