Il percorso per arrivare alla diagnosi è ancora troppo lungo e frammentato, il piano programmatico di investimento ancora inadeguato. Vanno colmate le disomogeneità regionali, il parco diagnostico-tecnologico nazionale e le dotazioni strumentali sono insufficienti, le infrastrutture oggi dedicate alla gestione dei pazienti Alzheimer sono limitate e spesso non dialogano fra loro, generando confusione e ritardi, e la rete di cura deve essere potenziata.
L'Alzheimer è una emergenza sociale e parte da queste criticità il manifesto di legislatura firmato oggi a Napoli: dieci azioni concrete da implementare entro il termine legislatura e mettere, così, a fuoco gli obiettivi e le iniziative necessarie. Una due giorni, oggi e domani a Napoli, sta facendo il punto sulle cure, i percorsi, il ruolo della politica. Voluto dalle presidenti alla Camera e al Senato dell'Intergruppo parlamentare per le neuroscienze e l'Alzheimer, Annarita Patriarca e Beatrice Lorenzin, il convegno multidisciplinare 'Uniti contro l'Alzheimer' ha riunito intorno ad un tavolo esperti e politici. In Italia si stimano oggi circa 1.200.000 casi di demenza, di cui circa 700.000 di malattia di Alzheimer. E le proiezioni, da qui ai prossimi decenni, vedono un netto incremento.
"Ci siamo assunti l'impegno, e lo abbiamo mantenuto, di rifinanziare il fondo per l'Alzheimer e le demenze. Con la legge di bilancio in discussione al Senato prevediamo un incremento del fondo di 5 milioni per il 2024 e di 15 milioni per ciascuno degli anni 2025-2026. Parliamo di 35 milioni che vanno oltre i 5 milioni stanziati negli anni precedenti e oltre le aspettative delle regioni che chiedevano 15 milioni complessivi per il triennio 2024-2026", ha detto in video collegamento il ministro della Salute, Orazio Schillaci. "In 3-5 anni saranno disponibili nuove terapie", ha assicurato il presidente di Farmindustria Marcello Cattani. Un processo di cura e soprattutto di diagnosi precoce, il tassello fondamentale, dove anche l'intelligenza artificiale avrà un ruolo determinante, come hanno sottolineato sia Alessandro Padovani, presidente Sin, sia il ministro dell'Università e Ricerca, Anna Maria Bernini. Intanto, però, la strada da fare è lunga e resta, quasi intatta, la solitudine dei pazienti, delle loro famiglie, dei caregiver.
A Napoli, il 20 dicembre, sarà inaugurato il primo centro diurno per i malati di Alzheimer, come ha ricordato il sindaco Gaetano Manfredi, e alta resta l'attenzione della Regione Campania verso quella che, come ha sottolineato il governatore Vincenzo De Luca, "è una di quelle malattie che non ha creato allarme sociale ma che è scaricata quasi totalmente sulle famiglie, come l'autismo". Ma da Napoli oggi si prova a far partire qualcosa di diverso. Cosa serve? Un aggiornamento, si legge nel manifesto, del piano nazionale demenze, del piano nazionale di prevenzione e identificare precocemente i sintomi e definire le strategie, serve creare un programma di accesso precoce per le terapie potenzialmente innovative. Serve, poi, riconoscere la figura del caregiver familiare, agire a livello del welfare familiare è prioritario.
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