La Commissione europea
raccomanda agli Stati di sostenere gli sforzi nelle vaccinazioni
chiave per prevenire infezioni che possono portare al cancro: in
particolare il vaccino contro il papillomavirus umano (Hpv) e
epatite B (Hbv).
Secondo l'esecutivo comunitario il 40% dei casi di cancro
nell'Ue si possono prevenire ma solo il 5% della spesa sanitaria
totale negli Stati Ue è dedicato alla prevenzione (dati 2021).
Per eliminare il cancro cervicale e altri tumori causati
dall'Hpv l'obiettivo Ue è raggiungere il 90% delle ragazze
vaccinate entro il 2030. Molti Stati Ue sono però ben sotto il
50%. Tra i punti della nuova raccomandazione: dare vaccinazioni
gratuite o rimborsate, garantire che la vaccinazione sia
facilmente accessibile, integrare le vaccinazioni nei piani
nazionali contro il cancro, rafforzare gli sforzi di
comunicazione, migliorare il monitoraggio e fissare un obiettivo
concreto di vaccinazione nei ragazzi.
Per l'epatite B, invece, viene raccomandato l'obiettivo
fissato dall'Oms di copertura vaccinale del 95% (con terza dose)
per il 2030, screening del 95% delle donne incinte, vaccinazione
tempestiva del 95% dei neonati alla nascita con anche un
rafforzamento dei sistemi di monitoraggio e infine mettere in
atto che hanno ricevuto tempestivamente (entro 24 ore dalla
nascita) la vaccinazione HBV alla nascita, anche rafforzando i
sistemi per il monitoraggio dei progressi verso tali obiettivi e
avvalendosi, se necessario, del sostegno disponibile dell'Ecdc.
Mettere in atto robusti registri elettronici delle vaccinazioni.
Nel 2024 sarà lanciata un'azione comune per aiutare gli Stati
membri ad aumentare la vaccinazione contro l'Hpv e ad affrontare
le malattie trasmissibili come l'epatite e l'Hiv/Aaids,
finanziata con 20 milioni di euro dal bilancio dell'UE.
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