Nel 2023 il gruppo Menarini ha ottenuto 4,375 miliardi di euro di fatturato, con una crescita del 5,3% rispetto al 2022, e un Ebitda fra i 340 e i 350 milioni di euro: i dati sono stati resi noti a Firenze in una conferenza stampa da Lucia Aleotti, azionista e membro del board Menarini, e dalla Ceo Elcin Barker Ergun. La casa farmaceutica fiorentina, con 17.800 dipendenti, nel 2023 ha prodotto 833 milioni di confezioni, di cui 609 prodotte internamente.
"E' stato un anno veramente interessante, per certi versi entusiasmante, ovviamente con dei profili di sfida che si sono creati in varie parti del mondo e che affrontiamo", ha spiegato Aleotti, sottolineando che "quasi l'80% del fatturato è stato realizzato fuori dall'Italia" e che "abbiamo avuto la sorpresa di avere gli Usa come secondo paese" di sbocco, mentre "la Cina non ha mantenuto le promesse". L'Ebitda, ha aggiunto, "è un po' un calo, ma questo era logico e atteso: nella nostra traiettoria di sviluppo l'anno 2023 è stato un anno di fortissimo investimento".
- ALEOTTI, 'PER MENARINI NESSUNA IDEA DI DELOCALIZZAZIONE'
"Come azienda italiana ci tengo a sottolineare anche che la nostra attenzione al paese non diminuisce in parallelo alla nostra ispirazione internazionale, al contrario: per cui non fa parte della nostra logica alcuna idea di delocalizzazione". Lo ha affermato Lucia Aleotti, azionista e membro del board di Menarini, nella conferenza stampa dedicata ai risultati 2023 del gruppo farmaceutico. "L'aumento dei costi legato all'inflazione, a tutti i costi produttivi, alle materie prime, alle retribuzioni in tutte le parti del mondo, si ripercuote in maniera diretta su un'azienda farmaceutica come la nostra", ha spiegato Aleotti, "perché i prezzi dei farmaci, a differenza di quelli che sono i beni e servizi di qualsiasi altro genere, non possono essere adeguati all'inflazione, sicuramente non in Europa e nella maggior parte dei paesi, perché sono fissati dai governi, negoziati magari vent'anni fa e sempre spinti al ribasso per aumentare la sostenibilità dei sistemi sanitari: però su gran parte dei portafogli ora ci sono degli elementi di criticità che devono essere gestiti accuratamente, considerato appunto l'aumento di tutti i costi industriali"
- ALEOTTI, 'ANTIBIOTICO-RESISTENZA, AUTORITÀ AIUTINO IMPRESE. SERVONO NUOVE MEDICINE, MODELLO DEI FARMACI ORFANI FUNZIONA'
Per combattere il fenomeno dell'antibiotico-resistenza "le autorità dovrebbero unirsi e decidere di fare qualcosa", perché "se ci sono germi capaci di uccidere milioni di persone questa è un'emergenza". Lo ha detto Lucia Aleotti, secondo cui "l'unico modello che può funzionare veramente è quello che è già stato inventato per i farmaci orfani", con "premi che vengono dati alle imprese che portano farmaci per malattie rare". Infatti, ha spiegato Aleotti, "va bene parlare di prevenzione, e non abusare degli antibiotici esistenti", ma "a un paziente in ospedale con un'infezione resistente serve un antibiotico nuovo, potente, contro quel superbatterio. Se però all'azienda che sviluppa quel farmaco, che lo porta avanti con difficoltà incredibili", ha proseguito, "se l'autorità invece di dare un grande premio in modo da rendere attrattiva quest'area continua a guardare ai prezzi degli antibiotici di quindici anni fa, allora il messaggio che io ricevo come imprenditore e che ricevono gli analisti di tutto il mondo è dire alle aziende farmaceutiche 'non investite nei nuovi antibiotici'".
- ALEOTTI, 'UE FA REGOLE SENZA CONSIDERARE LA COMPETITIVITA'
"Sono preoccupata dal fatto che quando l'Europa si muove, si muove mettendo regole che immagina senza tenere conto della competitività globale". Lo ha detto Lucia Aleotti, secondo cui "il risultato sarà che la produzione dei farmaci e le aziende, se non si cambia modo di ragionare, si sposteranno sempre di più fuori dall'Europa". Per Aleotti, che ha parlato in una conferenza stampa di Menarini a Firenze, "le aziende farmaceutiche si muovono in un contesto mondiale in cui la competitività è importantissima. L'Europa non si rende conto che ha negli anni perso un pezzo importantissimo della propria industria, che altri paesi come gli Stati Uniti o la Cina lavorano per attrarre la base industriale, e l'Europa invece pensa solamente a regolare, mettere oneri o aggiungere burocrazia ed appesantire. Non è la maniera per attirare o far sviluppare un settore che è vitale nel nostro continente anche considerato l'invecchiamento della popolazione".
- ALEOTTI, 'NEL 2024 MENARINI CONTINUERÀ A CRESCERE IN USA'
"Nel 2024 sicuramente continueremo con la nostra crescita negli Stati Uniti", ma anche con l'oncologia in Europa, "dal momento che dopo l'Fda è arrivata anche a settembre la registrazione europea del nostro prodotto per il tumore metastatico al seno".
Lo ha affermato Lucia Aleotti. "Se stiamo guardando nell'immediato altre aziende? - ha aggiunto, in merito a eventuali acquisizioni - No, ci vogliamo concentrare sugli obiettivi che sono stati delineati". Aleotti ha spiegato che "continueremo a guardare con interesse la Cina, ancorché con prudenza, perché non sembra che ci siano segnali di una nuova esplosione dell'economia cinese. Soprattutto, continueremo con la nostra filosofia, cioè una filosofia di autofinanziamento: tutto l'utile che si crea anno per anno rimane in azienda, viene interamente reinvestito, da oltre 25 anni tutto è reinvestito nella crescita dell'azienda". Per aiutare l'industria farmaceutica, ha aggiunto l'azionista di Menarini, "il governo può lavorare molto sulla parte della burocrazia, può lavorare sulla parte degli incentivi, della formazione, perché abbiamo bisogno di tutti questi aspetti. Abbiamo bisogno di procedure che siano più rapide e che siano competitive con il resto dei paesi, sia per registrare i nuovi farmaci che per fare le sperimentazioni cliniche". Inoltre, ha aggiunto Aleotti, "abbiamo bisogno di un recupero della parte dei costi industriali che ci stanno schiacciando".
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