Valorizzazione del ruolo dello
specialista, aumento della diagnosi precoce e riorganizzazione
della presa in carico per dare risposta alle necessità dei 5,4
milioni di italiani colpiti dalle malattie reumatologiche. Sono
questi i temi principali del Disegno di Legge n.946 in materia
di 'Riorganizzazione e potenziamento dei servizi sanitari in
ambito reumatologico', presentato in Senato - con il ministro
delle Disabilità Alessandra Locatelli ed il sottosegretario alla
salute Marcello Gemmato - su proposta della vicepresidente
della Commissione Sanità Maria Cristina Cantù. Sono patologie in
forte aumento e che colpiscono persone spesso in età lavorativa,
che impattano quindi sulla qualità di vita e sui costi a carico
della collettività.
L'obiettivo è operare un rafforzamento dell'intero percorso
di cura, dalla prevenzione al trattamento, con l'implementazione
di una Rete reumatologica integrata ospedale-territorio. Si
tratta, ha spiegato Gemmato, della "seconda patologia per
prevalenza in Italia, con oltre 5 milioni di malati
reumatologici di cui 734mila in forma grave, con un enorme
impatto anche in termini di spesa sul Fondo sanitario nazionale.
Fondamentale è dunque la diagnosi precoce e la presa in carico
di questi pazienti, considerando che sono 200 le diverse
tipologie di malattie reumatologiche. L'obiettivo del ddl è la
migliore cura e anche il risparmio, quindi curare meglio le
persone e come effetto indotto fare risparmiare le casse dello
Stato rendendo sostenibile il nostro Ssn". L'obiettivo
auspicabile, ha aggiunto, "è la creazione di un anello di
congiunzione tra ospedale e territorio, con una maggiore offerta
di servizi sociali e sanitari che operino il più vicino
possibile ai cittadini. Oggi sono numerose le criticità che
vengono riscontrate, tra cui grande disomogeneità di cura e alte
spese". Il ddl, spiega Cantù, "prevede la presa in carico dei
malati attraverso un approccio integrato da parte del
reumatologo e del medico di medicina generale con garanzia di
aggiornamento dei livelli essenziali delle prestazioni, per
assicurare diagnosi rapide e cure specifiche". Uno dei punti su
cui "è più importante intervenire - sottolinea Gian Domenico
Sebastiani, presidente della Società Italiana di Reumatologia -
è il ritardo diagnostico, che causa un peggioramento delle
condizioni di salute, l'accumulo di danno irreversibile e
elevati costi sociali. I trattamenti farmacologici attuali,
infatti, sono in grado di ottenere l'obiettivo della remissione
e sono molto più efficaci quando vengono instaurati
tempestivamente". Questo richiede "una maggiore attenzione anche
da parte dei medici di famiglia, che spesso visitano per primi i
loro assistiti e devono indirizzarli rapidamente allo
specialista reumatologo territoriale. Occorre quindi - conclude
- un potenziamento dell'assistenza reumatologica negli
ambulatori del territorio e nelle strutture ospedaliere". E per
la presidente dell'Associazione nazionale persone con malattie
reumatiche e rare (Apmarr), Silvia Toniolo, si tratta di una
"svolta epocale per i pazienti reumatologici. Chiediamo ora che
questo ddl venga approvato all'unanimità e che le Regioni
abbiano un percorso condiviso non creando disequità di accesso".
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