La gravidanza di una donna con Hiv è
un percorso possibile e sicuro, con un rischio di trasmissione
del virus ormai prossimo allo zero, in caso di corretta gestione
della terapia e di applicazione di tutte le indicazioni per le
donne in gravidanza. Questo uno dei risultati più concreti delle
conquiste scientifiche degli ultimi anni e delle nuove terapie.
A renderlo noto è la Società Italiana Malattie Infettive e
Tropicali (Simit) in occasione della 16esima edizione di Icar
(Italian Conference on Aids and Antiviral Research) che si tiene
a Roma dal 19 al 21 giugno.
"Prima della terapia antiretrovirale il rischio di
trasmissione dell'Hiv dalla madre al feto era del 25%, mentre ad
oggi, in chi assume regolarmente la terapia e ha la carica
virale soppressa, siamo quasi allo zero", sottolinea Cristina
Mussini, vicepresidente Simit.
"La terapia è efficace, ben tollerata dalla donna, non
dannosa per il feto e può accompagnare la paziente in tutti i
cambiamenti fisiologici che avvengono durante la gravidanza. Non
è più necessario che una donna con Hiv ricorra necessariamente
all'inseminazione artificiale; diventa possibile anche un parto
per via naturale. Resta ancora aperto il dibattito attorno
all'allattamento al seno, anche perché mancano dati certi. In
ogni caso, il risultato raggiunto rappresenta un cambiamento
epocale e un'ulteriore normalizzazione dell'infezione da Hiv",
aggiunge.
Seguire regolarmente la terapia può anche eliminare il
rischio di trasmissione dell'Hiv al nascituro: "La terapia
antiretrovirale abbatte il rischio che la donna in gravidanza
trasmetta Hiv al bambino. Il rischio di trasmissione nella
coppia madre-bambino è prossimo allo zero: la gravidanza di una
donna con Hiv si può definire sicura. Condizione imprescindibile
è naturalmente che la madre segua con regolarità la terapia",
spiega Lucia Taramasso, infettivologa presso il Policlinico San
Martino di Genova.
L'allattamento al seno resta uno dei punti su cui il
dibattito rimane aperto. "Le attuali linee guida internazionali
ci dicono che l'utilizzo del latte artificiale elimina il
rischio di trasmissione postnatale dell'Hiv al neonato. In caso
di allattamento al seno, il raggiungimento ed il mantenimento
della soppressione virologica durante la gravidanza e il
post-partum riducono il rischio di trasmissione a meno dell'1%,
ma non a zero. La difficoltà nella gestione dell'allattamento
materno dipende dalla mancanza di dati sicuri in una fase di
vita così delicata", sottolinea Taramasso.
Resta infine fondamentale mantenere alta l'attenzione
sull'Hiv, visto che, come dice Mussini, "oggi in Italia vivono
circa 134mila persone con Hiv".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA