Dopo 8 mesi dal diniego della
ASUGI l'intervento del Tribunale obbliga dunque a una nuova
verifica delle condizioni di Martina che, nel frattempo, sono
peggiorate.
Il Tribunale di Trieste è intervenuto nuovamente, dopo il
caso di 'Anna', nei confronti della ASUGI. L'azienda sanitaria
"ha negato l'accesso alla morte volontaria medicalmente
assistita a Martina Oppelli perché ha ritenuto che non fosse
tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e anche
successivamente ha ritenuto di non dover effettuare nuove
verifiche - sostiene l'avvocata Filomena Gallo, segretaria
nazionale della Luca Coscioni, difensore e coordinatrice del
collegio di studio e difesa - Martina Oppelli ha bisogno di
assumere una dose massiccia di farmaci ogni giorno per poter
alleviare, seppur di poco, le proprie sofferenze che sono
intollerabili. Utilizza la 'macchina della tosse' per la
presenza di secrezioni bronchiali che compromettono la
respirazione. Dipende in tutto e per tutto dagli altri, senza la
cui assistenza non potrebbe svolgere nessuna attività e funzione
vitale", specifica la legale.
L'avvocata sottolinea anche che nel ricorso presentato veniva
evidenziato che nel caso di 'Anna' la ASUGI, dopo la condanna
del Tribunale, aveva ravvisato "nell'assistenza continuativa di
terze persone il requisito del sostegno vitale, mentre per
Martina Oppelli negava questa lettura: situazioni simili ma
decisioni diametralmente opposte".
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