"Sospetta e proteggi. Nessuna partita vale il rischio": questo lo slogan della campagna lanciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dalla Federazione internazionale del calcio (Fifa) per ricordare che il trauma cranico rappresenta un rischio per ogni giocatore in campo. Sviluppata attraverso una consultazione con esperti di salute cerebrale e sostenuta da giocatori, allenatori e medici di squadra di tutto il mondo, la campagna mira a migliorare il riconoscimento dei sintomi di commozione cerebrale tra giocatori, allenatori, personale medico e pubblico.
"La commozione cerebrale è un problema di salute pubblica preoccupante a tutti i livelli del calcio e di molti altri sport, richiede maggiori livelli di consapevolezza e azione", spiega Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. "Giocare a calcio dovrebbe essere un'attività praticata in sicurezza, da tutti, ovunque - afferma il presidente della Fifa, Gianni Infantino - conoscere i segnali di una commozione cerebrale, essere consapevoli dei rischi".
La campagna si basa su tre parole d'ordine, valide dal calcio amatoriale alle squadre nazionali. Innanzitutto "Consapevolezza": che si tratti di un giocatore, allenatore, medico, genitore o tutore, è importante capire che la commozione cerebrale è un trauma cranico e va sempre essere presa sul serio.
Quindi "Sospetto": chiunque subisca un impatto alla testa, al viso, al collo o al corpo, deve essere valutato. I sintomi possono manifestarsi fino a 72 ore dopo. Includono mal di testa o sensazione di pressione, nausea o vomito, problemi di equilibrio, vertigini, visione distorta o offuscata o doppia, sensibilità alla luce o al rumore, problemi di memoria, sonnolenza, confusione o incapacità di concentrarsi.
La terza parola d'ordine è "Protezione": chiunque presenti uno o più sintomi di commozione cerebrale deve lasciare immediatamente il campo e consultare un medico il prima possibile. I sintomi, ricordano Fifa e Oms, possono cambiare o evolversi nel giro di ore, giorni o settimane.
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