Una quota importante di famiglie europee - che in alcuni Paesi sfiora il 20% - affronta spese 'catastrofiche' per prendersi cura della propria salute, sottraendo risorse per soddisfare altri bisogni. Il fenomeno, che riguarda soprattutto le famiglie più povere, è aumentato negli ultimi anni. È quanto emerge da una nuova piattaforma varata dall'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
"Nessuno dovrebbe dover scegliere tra pagare farmaci salvavita e soddisfare bisogni di base come cibo e alloggio", ha affermato in una nota il direttore regionale per l'Europa dell'Oms Hans Henri P. Kluge.
La piattaforma - denominata Uhc Watch - raccoglie i dati di 40 Paesi dell'Europa e dell'Asia centrale e, sebbene si basi su dati non sempre recenti, rivela come l'acquisto di tasca propria di medicinali, dispositivi medici come gli apparecchi acustici e cure dentistiche pesi notevolmente sui bilanci delle famiglie, costringendone alcune ad affrontare spese definite 'catastrofiche', cioè che intaccano le risorse destinate ad altre voci del bilancio familiare, e in alcuni casi addirittura spingendo le famiglie al di sotto della soglia di povertà.
La situazione varia molto tra i diversi Paesi del continente, con quelli dell'Europa occidentale meglio posizionati rispetto a quelli dell'Est e dell'Asia centrale. Tra i Paesi europei con la situazione peggiore la Bulgaria e l'Ucraina. Nel primo, il 19,2% delle famiglie affronta spese catastrofiche e l'8% finisce sotto la soglia di povertà per far fronte ai bisogni sanitari; nel secondo il 17,1% affronta spese catastrofiche e l'11% finisce sotto la soglia di povertà. L'Italia, dopo il Portogallo, ha il risultato peggiore tra i Paesi dell'Europa occidentale: il 9,9% dei cittadini affronta spese catastrofiche per la salute e il 4,3% scende sotto la soglia di povertà per rispondere a bisogni di salute.
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