La solitudine e la scarsa coesione
sociale possono influire negativamente sulla risposta ai vaccini
contro Covid-19. A dirlo è uno studio dell'Università di
Limerick pubblicato su Brain, Behavior and Immunity.
Utilizzando i dati di oltre 600 persone che a marzo 2021
avevano ricevuto la prima dose, i ricercatori hanno scoperto che
coloro che vivevano in un contesto sociale che percepivano meno
favorevole (perché si sentivano meno legati al loro quartiere,
avevano una minore fiducia nei vicini o provavano scarsa
affinità nei loro confronti) avevano un livello di anticorpi più
basso di circa il 10% rispetto a coloro che riferivano una
maggiore coesione sociale. Queste persone tendevano anche a
dichiararsi più sole, condizione che a sua volta riduceva
ulteriormente del 7% la risposta anticorpale.
Per i ricercatori questi risultati evidenziano l'importanza
della coesione sociale per affrontare situazioni difficili come
la pandemia. "Durante il lockdown, la sensazione di stare
insieme, di sentirsi uniti, era un mantra. Abbiamo assistito ai
cori dalle finestre, agli applausi dai balconi agli operatori
sanitari. Tutto questo ha aumentato la coesione sociale e la
fiducia negli altri ma non per tutti e non a lungo". Nei corso
dei mesi, infatti, le restrizioni hanno causato una diminuzione
delle interazioni e un aumento del rischio di solitudine per
molti.
Gli autori dello studio ricordano che la solitudine è "un
fattore di rischio consolidato per diverse condizioni di salute.
Pertanto, questo studio si aggiunge al crescente corpo di prove
che collegano la solitudine alla cattiva salute".
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