Il fumo provoca danni diretti al cuore e non solo ai vasi sanguigni. È il messaggio che arriva da uno studio coordinato dall'Herlev and Gentofte Hospital di Copenhagen (Danimarca) che sarà presentato al Congresso annuale dell'European Society of Cardiology (Esc), in programma a Barcellona dal 26 al 29 agosto.
Lo studio ha arruolato 3.874 persone di età compresa tra 20 e 99 anni, il 18,6% erano fumatori, il 40,9% ex fumatori e il 40,5% non aveva mai fumato. I ricercatori hanno quindi confrontato le misurazioni ecocardiografiche dei fumatori con quelle dei non fumatori e riscontrato che, rispetto ai non fumatori, coloro che ancora fumavano avevano cuori ispessiti, più deboli e con difficoltà a pompare il sangue.
"È risaputo che il fumo provoca l'ostruzione delle arterie, portando a malattie coronariche e ictus", spiega Eva Holt, autrice dello studio. "La nostra ricerca mostra che il fumo provoca anche un ispessimento e un indebolimento dei cuori. Questo vuole dire che i fumatori hanno un volume di sangue minore nella camera cardiaca sinistra e meno energia per pomparlo nel resto del corpo. Più fumi, peggiore diventa la tua funzione cardiaca", ha aggiunto la ricercatrice.
"La buona notizia è che smettendo di fumare il cuore può recuperare parte di questo danno. Non è mai troppo tardi per smettere", conclude Holt.
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