Le differenti capacità di
memorizzazione tra maschi e femmine è nelle 'chiavi' di accesso
all'ippocampo, le regione del cervello che custodisce i ricordi.
A identificare i meccanismi attraverso i quali si decide quante
informazioni ricordare è stato uno studio coordinato
dall'Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr e dal
Telethon Institute of Genetics and Medicine di Fondazione
Telethon pubblicato su Nature Communications.
Tutti noi siamo in grado di ricordare molte informazioni nel
breve periodo, ad esempio il tempo di trascrivere un numero
telefonico, ma già dopo un'ora o al massimo un giorno lo
dimentichiamo. Per cercare di comprendere i meccanismi biologici
alla base di questa 'selezione' dei dati da memorizzare i
ricercatori italiani hanno fatto una serie di esperimenti su
topi e osservato che i maschi hanno una maggiore tendenza a
preservare nel tempo le informazioni. "Abbiamo scoperto - ha
detto da Elvira De Leonibus, del Cnr-Ibbc e Tigem - che i maschi
attivano di più l'ippocampo, la regione corticale deputata alla
formazione delle memorie a lungo termine, mentre le femmine
attivano maggiormente i nuclei della linea mediana del talamo,
posta sotto la corteccia, in particolare il nucleo reuniens, una
regione più antica del cervello". Lo studio, a cui hanno
partecipato anche l'Istituto di biologia e patologia molecolari
e l'Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti
"Eduardo Caianiello" del Cnr, Ebri, Sissa, Embl, Sapienza e
Federico II di Napoli, ha inoltre verificato che, se distratti
da altri stimoli, le femmine riescono ad avere una maggior
capacità di memorizzazione rispetto ai maschi: "Nell'economia
cerebrale - ha precisato De Leonibus - ogni azione mentale
complessa, infatti, va a discapito di altre azioni; dunque
nessuna delle due è superiore all'altra, dipende dalla
situazione".
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