Grande passo in avanti nella scoperta della ricchissima biodiversità "in miniatura" del nostro pianeta: il Joint Genome Institute del dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti ha pubblicato la mappa del Dna di 1.003 nuovi microrganismi sulla rivista Nature Biotechnology. La comprensione di come funziona il loro organismo avrà applicazioni in molti campi: dalla biomedicina all'agricoltura, alle scienze che studiano l'ambiente.
Ci sono più microrganismi in un pugno di terra che stelle nella Via Lattea, eppure i ricercatori hanno appena iniziato a rivelare il potenziale che esiste nella loro grande diversità genetica. Le due classi analizzate, batteri e archaea, costituiscono la maggior parte della biodiversità della Terra e hanno già conquistato ogni ambiente, riuscendo a sopravvivere nelle condizioni più impensabili. Inoltre, i microrganismi possono dare una bella accelerazione alle innovazioni in campo biotecnologico, com'è avvenuto con la specie Streptococcus pyogenes che produce la proteina Cas9 indispensabile nella tecnica Crispr, il taglia-incolla del Dna.
I microrganismi sono stati isolati dagli ambienti più diversi: acqua di mare, terreno, piante, stomaco delle mucche e intestino di termiti. Le mappe genetiche ottenute sono state immediatamente rese pubbliche per permettere a tutta la comunità scientifica di utilizzare i nuovi dati. La ricerca, guidata da Nikos Kyrpides, fa parte di un progetto di Joint Genome Institute del Dipartimento per l'Energia americano, che punta a realizzare un enciclopedia del Dna di batteri e archaea (questi sono il più basso livello di vita cellulare e gli organismi più antichi) per riempire i rami dell'albero della vita ancora inesplorati.
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