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Covid, in Italia al via il test del vaccino

Covid, in Italia al via il test del vaccino

Allo Spallanzani, su primo volontario sano il farmaco della Reithera

24 agosto 2020, 11:08

Redazione ANSA

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Spallanzani, al via test vaccino su uomo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Spallanzani, al via test vaccino su uomo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Spallanzani, al via test vaccino su uomo - RIPRODUZIONE RISERVATA

E’ cominciata la sperimentazione sull’uomo di un candidato vaccino anti Covid in Italia. Il primo volontario ha ricevuto nell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma il vaccino messo a punto dall’azienda Biotech Reithera di Castel Romano e finanziato con otto milioni di euro fondi da Regione Lazio e ministero della Ricerca con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Partono così anche in Italia i test destinati a dare una prima risposta sulla sicurezza del farmaco, seguiti dalle due fasi successive su numeri più ampi di individui e al termine delle quali si saprà se il vaccino è efficace. Ill candidato vaccino chiamato Grad-CoV2, è stato somministrato a una sola persona, che in seguito alla vaccinazione è tenuta qualche ora in osservazione.

A distanza di quattro giorni si prevede di somministrare il vaccino ad altre due persone, in seguito ad altre quattro e così via a un numero crescente di volontari sani. Si prevede di cominciare da chi ha meno di 55 anni e di arrivare solo in un secondo momento a chi ha oltre 65 anni. Secondo il protocollo stabilito dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) i 90 volontari sono infatti organizzati in due coorti: una di 45 individui sani di età compresa tra 18 e 55 anni e una di 45 individui sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Ogni gruppo di età è diviso in tre sottogruppi di 15 volontari, ognuno dei quali riceverà tre dosi crescenti.

Il vaccino, che prevede un’unica somministrazione, è uno dei due progettati in Italia (l’altro è quello dell’azienda biotech Takis, sempre di Castel Romano) e si basa su virus reso inoffensivo e reso incapace di moltiplicarsi, utilizzato come una navetta per trasportare nelle cellule l’informazione genetica che corrisponde all’arma che il virus Sars-CoV2 utilizza per invadere le cellule, la proteina Spike. Il virus-navetta fa parte della famiglia degli adenovirus, la stessa cui appartiene il virus del raffreddore, ed è di origine animale.

E’ infatti un virus dei gorilla e, rispetto al suo analogo umano, ha il vantaggio di non essere riconosciuto dagli anticorpi e può raggiungere indisturbato le cellule alle quali è diretto per recapitare il suo carico. Giunto a destinazione, il frammento del materiale genetico del nuovo coronavirus che corrisponde alla proteina Spike stimolerà le cellule a produrre solo quel frammento della proteina, che a sua volta stimolerà la produzione di anticorpi.

I test finora condotti sui topi indicano che il vaccino è in grado sia di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti, sia la riposta delle cellule immunitarie chiamate linfociti T killer, in grado di riconoscere le cellule colpite al virus.

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