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Battiston: servono sequenze per seguire Omicron e Delta

Battiston: servono sequenze per seguire Omicron e Delta

Senza distinguerle è impossibile ottimizzare strategie di difesa

12 gennaio 2022, 09:48

Redazione ANSA

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Rappresentazione grafica del virus SarsCoV2 (fonte: Innovative Genomics Institute) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica del virus SarsCoV2 (fonte: Innovative Genomics Institute) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione grafica del virus SarsCoV2 (fonte: Innovative Genomics Institute) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mai come in questo momento in Italia è necessario fare il sequenziamento, ossia ottenere la mappa genetica del virus in circolazione: a lanciare l'appello è il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

"Fare i calcoli oggi è difficile perché le variabili in gioco sono troppe: ma il principale problema è che non abbiamo un sequenziamento genomico sui tamponi per capire quanti sono contagiati con Omicron e quanti con Delta", dice Battiston all'ANSA. "Da Natale in poi la Delta è stata sovrastata numericamente dalla Omicron, che potrebbe superare, in alcune zone, il 90% del virus in circolazione. La percentuale che resta - prosegue il fisico - è però ancora occupata dalla Delta che sappiamo può causare ricoveri in terapia intensiva e decessi. Questi ultimi, per esempio, stanno aumentando senza sosta: da fine ottobre ad oggi sono cresciuti di un fattore 6 evidentemente collegati alla Delta".

Omicron ha invece "una crescita molto rapida, in quanto sfugge al vaccino molto bene con due dosi e parzialmente anche con tre ma - osserva- causa un numero molto limitato di casi gravi. Delta invece alimenta il fluaso che porta a terapie intensive e decessi". Ci si trova così di fronte alla scelta di "allentare i vincoli, considerando che la maggioranza dei casi è data da Omicron, ma in questo modo rischiamo che si espanda anche la Delta con pericolosi effetti per la componente non vaccinata della popolazione, oppure ci condanniamo a un lockdown di fatto, isolando tutti gli infetti e i loro contatti".

Il problema, perciò, è quello di riuscire a distinguere, quanto più possibile, le due varianti in circolazione. "Nei due mesi prima di Natale l'aumento di Delta era di tipo esponenziale anche se lento, ma non sappiamo più se sia ancora così. Dopo l'arrivo di Omicron il numero di infetti non è rimasto lo stesso: i casi sono cresciuti enormemente e la Delta ha molto probabilmente conservato il suo spazio". L'ipotesi è allora che potremmo avere due varianti in crescita simultanea, ognuna con i suoi tempi di raddoppio "per questo è importante capire tempestivamente che cosa sta succedendo e per fare questo dobbiamo sequenziare. Se tutti i casi di infezione - dice Battiston - fossero causati dalla variante Omicron sarebbe diverso, potremmo probabilmente allentare il distanziamento, ma siccome non è così dobbiamo monitorare e difenderci da entrambe le varianti".

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