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Nata la prima scimmia chimera, con cellule da due embrioni

Nata la prima scimmia chimera, con cellule da due embrioni

Aiuterà a studiare molte malattie e a proteggere le specie minacciate

10 novembre 2023, 08:32

Elisa Buson

ANSACheck

La scimmia chimera al terzo giorno di vita presenta diverse parti del corpo rese fluorescenti per indicare le cellule staminali iniettate nel suo embrione (fonte: Cell/Cao et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La scimmia chimera al terzo giorno di vita presenta diverse parti del corpo rese fluorescenti per indicare le cellule staminali iniettate nel suo embrione (fonte: Cell/Cao et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La scimmia chimera al terzo giorno di vita presenta diverse parti del corpo rese fluorescenti per indicare le cellule staminali iniettate nel suo embrione (fonte: Cell/Cao et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' nata in Cina la prima scimmia chimera, ottenuta combinando cellule derivate da due distinti embrioni della stessa specie. E' la prima volta che un simile risultato viene conseguito nei primati, grazie a una tecnica che in futuro potrà aiutare la conservazione delle specie e la produzione di modelli animali più mirati per studiare molte malattie umane, incluse quelle neurologiche. Lo annunciano sulla rivista Cell gli autori dello studio, guidato da Zhen Liu dell’Accademia cinese delle scienze.

I ricercatori hanno prelevato alcune cellule staminali da un embrione di macaco cinomolgo al settimo giorno di sviluppo e le hanno messe in coltura per ottenere nove linee di cellule staminali pluripotenti (capaci cioè di differenziare in tutti i tipi cellulari necessari per creare un animale intero). Dopo una serie di test hanno scelto alcune di queste staminali, le hanno marcate con un colorante fluorescente e le hanno iniettate in altri embrioni della stessa specie al quarto-quinto giorno di sviluppo. Gli embrioni chimera sono stati quindi impiantati in una femmina di macaco, ottenendo 12 gravidanze e sei cuccioli nati vivi.

Le analisi genetiche hanno confermato che un macaco nato vivo e un feto abortito erano a tutti gli effetti delle chimere, con cellule in varie parti del corpo che si erano differenziate a partire dalle staminali fluorescenti iniettate. La loro presenza è stata documentata in cuore, cervello, reni, fegato e tratto gastrointestinale. Nei tessuti del cucciolo vivo, il contributo delle staminali marcate varia dal 21% al 92%, con un valore medio del 67% calcolato sui 26 tessuti analizzati. Numeri più bassi sono stati invece rilevati nel feto abortito. In entrambi gli esemplari è stata confermata la presenza di cellule derivate dalle staminali fluorescenti sia nei testicoli che nelle cellule che danno origine agli spermatozoi.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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