Mini-organi ottenuti dalle cellule staminali prelevate dal liquido amniotico annunciano un passo in avanti rivoluzionario nella diagnosi prenatale, con la possibilità di seguire per intero lo sviluppo del feto, comprese le ultime fasi della gravidanza finora così difficili da studiare. I mini organi non sono soltanto uno strumento per la diagnosi, ma laboratori viventi per sperimentare farmaci, individuando i più efficaci per terapie personalizzate.
Polmoni, reni e intestino sono gli organi in miniatura, o organoidi, finora ottenuti nella ricerca pubblicata sulla rivista Nature Medicine e condotta in Gran Bretagna, all'University College di Londra, con il coordinamento dell'italiano Paolo De Coppi. Un altro italiano, Mattia Gerli, è il primo autore del lavoro, al quale ha collaborato anche il Great Ormond Street Hospital "Si apre un'era nuova, finora non era possibile ottenere un risultato come questo in modo non invasivo", ha detto De Coppi all'ANSA.
"È necessaria ancora molta ricerca, ma la strada è aperta e i primi test clinici potrebbero essere pronti entro quattro o cinque anni", ha aggiunto. "Finora l'amniocentesi ha permesso l'analisi genetica del feto, ma adesso diventa possibile utilizzare questa tecnica al meglio". In sostanza, con la possibilità di ottenere mini organi dalle cellule del liquido amniotico, l'amniocentesi è destinata a diventare 3D. "Il liquido amniotico è una risorsa - ha osservato Gerli - e nella nostra ricerca abbiamo ottenuto una mappa cellula per cellula". Nello studio sono state prelevate le cellule raccolte dal liquido amniotico durante le indagini prenatali in 12 gravidanze giunte al periodo compreso tra 16 e 34 settimane.
"Gli organoidi ottenuti dalle cellule del liquido amniotico - ha detto ancora Gerli - mostrano molte delle funzioni dei tessuti che rappresentano, compresa l'espressione di geni e proteine. Ci permetteranno di studiare ciò che accade durante lo sviluppo sia in salute che in malattia, cosa che non era mai stata possibile prima. Sappiamo così poco della tarda gravidanza umana, quindi è incredibilmente eccitante aprire nuove aree della medicina prenatale". Un esempio eloquente, in proposito, è l'organoide del polmone di un feto colpito dall'ernia diaframmatica congenita, un difetto del diaframma che genera insufficienza respiratoria e ipertensione polmonare. Colpisce un individuo su 4.000, come la fibrosi cistica, e ha un'elevata mortalità, di circa il 30%.
Grazie all'organoide, è stato possiile sperimentare diversi tipi di farmaci, allo scopo di individuare il più efficace, ritagliato sulle caratteristiche del feto. Si apre davvero una nuova strada, considerando che finora le tecniche utilizzate per ottenere organoidi utili a sudiare lo sviluppo del feto si sono basate soprattutto sul prelievo di tessuti di feti abortiti, con conseguenti implicazioni di carattere legale ed etico. Tutto questo ha finora limitato di fatto la ricerca sullo sviluppo del feto nelle ultime fasi della gravidanza. "Ora diventa possibile studiare lo sviluppo del feto in modo continuativo e non invasivo", ha detto De Coppi. "Per la prima volta siamo riusciti a fare una valutazione funzionale della condizione congenita di un bambino prima della nascita, il che - ha concluso - rappresenta un enorme passo avanti per la medicina prenatale".
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