I benefici dell’esercizio fisico potranno in futuro essere racchiusi in una pillola: va in questa direzione la messa a punto di un composto che è in grado di migliorare il metabolismo e lo sviluppo delle cellule muscolari, così come le prestazioni fisiche dei topi nei quali è stato testato. Il risultato, ottenuto da ricercatori guidati dalla Scuola di Medicina dell'Università di Washington a St. Louis e presentato nel convegno della Società Americana di Chimica, è un nuovo passo in avanti promettente per il trattamento di malattie come atrofia muscolare, insufficienza cardiaca e disturbi neurodegenerativi. Il nuovo risultato si aggiunge a quelli che, in passato e con metodi diversi, hanno cercato di imitare gli effetti dell’allenamento attraverso la semplice somministrazione di una pillola.
I cambiamenti metabolici associati all’esercizio fisico iniziano con l’attivazione di proteine specializzate, note come ‘recettori degli estrogeni’. I ricercatori guidati da Bahaa Elgendy hanno quindi messo a punto un composto, denominato SLU-PP-332, che è in grado di attivarlo in maniera molto efficiente: negli esperimenti con i topi, infatti, questo composto ha aumentato un tipo di fibra muscolare resistente alla fatica, migliorando la resistenza degli animali quando sono stati fatti correre su un tapis roulant.
“Non possiamo sostituire l’esercizio fisico, che è importante a tutti i livelli, per il corpo e per la mente”, afferma Elgendy: “Se posso esercitarmi, dovrei continuare. Ma ci sono tanti casi in cui è necessario un sostituto”. Ad esempio, un farmaco in grado di imitare questi effetti potrebbe compensare l’atrofia e la debolezza muscolare che possono verificarsi quando le persone invecchiano o sono affette da cancro, o a causa di determinate condizioni genetiche. E potrebbe anche potenzialmente contrastare gli effetti di altri farmaci, sostengono i ricercatori, come quelli dimagranti che causano la perdita sia di grasso che di muscoli.
Ma il composto SLU-PP-332 non è l’unico su cui si è concentrata la ricerca scientifica. Nel 2017, ricercatori dell’Università americana di Augusta si sono focalizzati sulla miostatina, una proteina che limita la crescita dei muscoli: i topi in cui è stata bloccata la produzione di questa proteina hanno sviluppato una maggiore massa muscolare, e anche quelli obesi hanno mostrato metabolismo e funzionamento del cuore simili a quelli magri. Nel 2022, invece, ricercatori dell’Università australiana del Nuovo Galles del Sud hanno alimentato topi anziani con un composto detto nicotinamide mononucleotide, una molecola normalmente presente nel corpo, che ha permesso di ‘ringiovanire’ i muscoli: è aumentato il flusso sanguigno e ha potenziato la performance e la resistenza.
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