Sale la 'febbre' per le onde gravitazionali. Dopo l'annuncio di una conferenza stampa per giovedì 11 febbraio in simultanea fra Italia e Stati Uniti, non trapelano dati ma continuano a girare voci. Ma perchè c'è tanta attesa da parte della comunità scientifica? "Sarebbe una rivoluzione scientifica, che aprirebbe una nuova frontiera", osserva Valeria Ferrari, professore del dipartimento di Fisica dell'università Sapienza di Roma e ricercatrice dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che lavora sulle sorgenti di onde gravitazionali.
La scoperta avrebbe una portata confrontabile a quella del bosone di Higgs. Anche in questo caso ci sarebbe la conferma di un fenomeno previsto da decenni. Le onde gravitazionali erano state previste un secolo fa dalla teoria della relatività di Albert Einstein. ''La scoperta delle onde gravitazionali sarebbe una nuova conferma, ma non sarebbe questo l'aspetto rivoluzionario perchè la teoria della relatività di conferme ne ha avute tante", rileva Ferrari.
La portata rivoluzionaria sarebbe invece nel fatto che "si aprirebbe una nuova frontiera". Vale a dire che fisici, astrofisici e astronomi avrebbero a disposizione una nuova 'finestra' dalla quale osservare l'universo. Ad esempio, sono noti i buchi neri stellari e quelli supermassivi che si trovano al centro delle galassie, "ma che cosa c'è in mezzo? Esistono buchi neri intermedi? Al momento non lo sappiamo. Con le onde gravitazionali sarebbe possibile scoprilo".
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