L’analisi basata sui dati aggiornati al 14 marzo indica una stima del valore dell’indice di contagio Rt superiore a 1, approssimativamente di 1,07. Lo indicano i calcoli del matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). "Con i dati dei primi sintomi aggiornati al 14 marzo, il valore stimato per l'indice di riproduzione Rt del 28 febbraio è pari a circa 0,91 in crescita lineare negli ultimi 14 giorni di febbraio, con un aumento medio di 0,01 al giorno” e “assumendo che il trend sia rimasto finora invariato, il valore odierno sarebbe approssimativamente pari a 1,07". Secondo Sebastiani "è da sottolineare il fatto che l'andamento dell'Rt calcolato sulla base dei dati sugli eventi dell'insorgenza dei primi sintomi segue, con un ritardo stimato di 6-7 giorni, quello dell'Rt relativo agli eventi di infezione, per i quali è molto difficile avere dati".
Risalgono le curve di ingressi nelle terapie intensive, ricoveri nei reparti ordinari e decessi
L'analisi indica che "oltre all'aumento della curva media della percentuale dei positivi ai test molecolari iniziato circa una dozzina di giorni fa, l'analisi delle differenze settimanali dei dati nazionali sull'epidemia di Covid-19 indica che si trovano all'inizio di una fase di crescita anche le curve degli ingressi giornalieri in terapia intensiva, dei ricoverati nei reparti ordinari e dei decessi", osserva il matematico.
Incidenza in aumento in 105 province su 107
Fra le province, "ad eccezione di Aosta e Isernia, per tutte le altre 105 l'incidenza negli ultimi sette giorni è maggiore di quella nei sette giorni precedenti. Considerando le venti province con gli aumenti percentuale più grandi, si conferma la presenza di un grosso cluster di province confinanti di Toscana, Umbria e Lazio", prosegue Sebastiani. Le due province umbre hanno purtroppo anche il secondo e terzo valore più grande dell'incidenza negli ultimi sette giorni".
Sebastiani osserva inoltre che "i dati dei positivi ai test molecolari di Veneto e Valle d'Aosta presentano delle incongruenze. Per il Veneto, ad esempio, per dieci degli ultimi trenta giorni hanno un valore del totale positivi ai test molecolari inferiore di quello del giorno precedente". Il matematico rileva inoltre che, "dopo che il ministero della Salute ha comunicato questo, la regione Veneto ha corretto soltanto il dato per il giorno del 2 marzo. La situazione - aggiunge - è anche peggiore per la Valle d'Aosta. Data l'importanza dell'attendibilità dei dati, è auspicabile - aggiunge - che i dati erronei vengano corretti al più presto e che il problema non si presenti più in futuro".
Di seguito l'elenco delle 20 province con il maggiore aumento percentuale dell'incidenza negli ultimi sette giorni rispetto ai sette giorni precedenti assieme all'incidenza negli ultimi sette giorni per 100.000 abitanti: Viterbo (97, 740), Crotone (93, 1.240), Terni (76, 1.250), Catanzaro (74, 570), Rieti (68, 920), Perugia (67, 1.340), Roma (64, 730), Lecco (63, 360), Frosinone (62, 880), Avellino (58, 850), Siena (58, 1.130), Latina (57, 850), Sassari (55, 1.020), Como (54, 460), Firenze (53, 540), Pisa (52, 710), Lucca (50, 990), Brindisi (50, 720), Arezzo (48, 930), Grosseto (48, 1.080)
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