Chip quantistici modulari e a prova di errore, l’uso dell’IA per sviluppare algoritmi e un chip da 1.121 qubit: sono le nuove tappe appena raggiunte dalla Ibm, che ha presentato al Quantum Summit di New York la sua roadmap per sviluppare entro il 2033 i primi supercomputer quantistici capaci di esprimere al meglio il potenziale di questa innovativa tecnologia.
Sono tante e significative le novità presentate da Ibm bel settore del quantum, di cui la maggiore è forse rappresentata da Heron, un chip da ‘soli’ 133 qubit ma che integra importanti miglioramenti per la mitigazione degli errori, una delle (ancora) grandi limitazioni all’uso concreto di questa tecnologia. La sua modularità ha permesso, ad esempio, di connettere 3 chip Heron in un sistema unico a 399 qubit chiamato Ibm Quantum system two. “I computer quantistici in grado di produrre risultati privi di errori sono ancora molto lontani”, ha detto Federico Mattei, Im Quantum Ambassador. “La correzione degli errori – ha aggiunto – è fondamentale per il raggiungimento del vantaggio quantistico e per permettere alle aziende e alle istituzioni di tutto il mondo di sfruttare le enormi potenzialità della computazione quantistica”.
Preservare i qubit, l’analogo quantistico dei bit dei tradizionali computer, dal rumore e i disturbi esterni è infatti la maggiore sfida per i computer quantistici a cui si sta lavorando percorrendo due tipologie di soluzioni, la mitigazione ossia la riduzione dei disturbi e la correzione ossia avere più qubit ‘gemelli’ da usare come verifica di alterazioni. In questa seconda direzione va invece chip Condor a 1.121 qubit che rappresenta importanti miglioramenti tecnici.
I due prodotti innovativi si inseriscono nei piani di sviluppo presentati al Summit e che prevedono nel 2025 l’arrivo dei chip l’arrivo dei chip Flamingo, a 1.092 qubit, e nuove soluzioni che puntano allo sviluppo nel 2033 dei primi veri e propri supercomputer quantistici capaci di esprimere appieno il potenziale della computazione quantistica. “Una roadmap che prevede un importante traguardo per quanto riguarda la gestione degli errori – ha aggiunto Mattei – in cui è previsto per il 2029 il rilascio del processore Starling che sarà il primo ad avere una reale correzione degli errori e non una semplice mitigazione”. Un percorso che sarà supportato da WatsonX, il modello di Intelligenza Artificiale generativa sviluppato da Ibm, nella programmazione di nuovi algoritmi utili per applicazioni industriali.
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