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Da un micro-terremoto un materiale per immagazzinare dati

Da un micro-terremoto un materiale per immagazzinare dati

Utile per smartphone e pc, possibili anche altre applicazioni

11 novembre 2024, 07:21

di Enrica Battifoglia

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Rappresentazione grafica della struttura atomica di un solido amorfo (fonte: Openclipart) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica della struttura atomica di un solido amorfo (fonte: Openclipart) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Innescando un processo simile a un micro-terremoto la struttura interna di un materiale è stata modificata utilizzando una quantità minima di energia ed è diventata efficace nell'immagazzinare dati per smartphone e computer. E' il risultato pubblicato sulla rivista Nature e nato dalla collaborazione fra University of Pennsylvania School of Engineering and Applied Science (Penn Engineering), Indian Institute of Science (IISc) e Massachusetts Institute of Technology (Mit).

.Diventa così possibile ottenere con un minimo utilizzo di energia materiali solidi nei quali le molecole sono distribuite in modo casuale come nei liquidi e, contrariamente a quanto accade nei liquidi, sono immobili. Materiali del genere, definiti ‘amorfi’, finora potevano essere prodotti solo con un elevato consumo di energia. I ricercatori, coordinati da Gaurav Modi della Penn Engineering, hanno ottenuto la forma amorfa del materiale semiconduttore seleniuro di indio utilizzando un miliardesimo dell’energia che sarebbe stata necessaria con i metodi tradizionali.

Utilizzando strumenti di microscopia che essi stessi hanno messo a punto negli anni, gli autori della ricerca hanno scoperto che il processo può essere confrontato sia a una valanga che a un terremoto. In un primo momento piccole sezioni del materiale delle dimensioni di miliardesimi di metro diventano amorfe quando la corrente elettrica le deforma.

Quindi le proprietà e la stessa struttura del materiale fanno sì che la corrente venga generata quando si raggiugono posizioni instabili, come accade in cima a una montagna quando la neve viene spostata. Il processo va avanti finché non viene raggiunto un punto critico oltre il quale la deformazione si trasmette a tutto il materiale, quindi le regioni distorte si scontrano producendo un'onda sonora che attraversa il materiale come le onde sismiche viaggiano attraverso la crosta terrestre durante un terremoto. L’onda sonora a sua volta provoca un'ulteriore deformazione ancora più vasta, come una valanga che prende slancio lungo il fianco di una montagna. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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