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Il gel che si auto-ripara come la pelle umana

Il gel che si auto-ripara come la pelle umana

Per accelerare la guarigione delle ferite e per sensori robotici

14 marzo 2025, 10:36

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Rappresentazione artistica dell 'idrogel capace di auto-ripararsi (fonte: Margot Lepetit / Aalto University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica dell 'idrogel capace di auto-ripararsi (fonte: Margot Lepetit / Aalto University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ottenuto il primo gel che riesce a combinare la resistenza e la flessibilità tipiche della pelle umana con un’altra sua caratteristica fondamentale: la capacità di auto-ripararsi.

Finora, infatti, i materiali artificiali ottenuti avevano solo uno dei due aspetti, non entrambi. Il risultato si deve a un gruppo di ricercatori della Aalto University finlandese e dell’Università tedesca di Bayreuth, che lo ha pubblicato sulla rivista Nature Materials.

L’innovativo gel è riuscito dunque a superare le limitazioni precedenti, aprendo la porta a molte applicazioni: dalla somministrazione di farmaci alla guarigione accelerata delle ferite, dalla pelle artificiale a nuovi sensori robotici. Per ottenere le caratteristiche tipiche della pelle umana, i ricercatori guidati da Chen Liang dell’Ateneo finlandese hanno aggiunto all’idrogel dei fogli ultrasottili di argilla.

Il composto è stato poi messo sotto una lampada a raggi Uv, simile a quelle che si usano per far indurire lo smalto per le unghie: i raggi Uv, infatti, inducono le molecole a legarsi tra loro e a intrecciarsi come gomitoli di lana. È questo che dà al materiale la capacità di auto-ripararsi: una volta tagliato, infatti, le molecole riprendono subito a intrecciarsi. Solo 4 ore dopo il danno, il gel si è già riparato all’80-90%, e il processo è completo dopo 24 ore.

I nanofogli di argilla, inoltre, rendono il materiale al tempo stesso resistente e flessibile: 1 millimetro di idrogel ne contiene circa 10mila. “Gli idrogel rigidi, resistenti e auto-riparanti sono da tempo una sfida”, commenta Hang Zhang della Aalto University, tra gli autori dello studio. “Abbiamo scoperto un meccanismo per rinforzarli – aggiunge Zhang – che potrebbe rivoluzionare lo sviluppo di nuovi materiali con proprietà ispirate alla biologia”.

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