Per Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura della ong, "si stima una perdita di oltre 12 milioni di api sparite nel nulla. A ucciderle sono stati i pesticidi usati nell'agricoltura intensiva".
Gli apiari coinvolti negli spopolamenti si trovano in aree caratterizzate da coltura intensiva di mais, in gran parte destinato a diventare mangime per gli allevamenti intensivi. I diserbanti chimici impiegati finiscono spesso per depositarsi anche sulla vegetazione circostante ai campi, dove gli impollinatori vanno in cerca di cibo e acqua. Alle operazioni di diserbo sono seguite le semine, con l'utilizzo di sementi trattate con pesticidi, ovvero "conciate". Anche questa operazione può portare alla deriva dei prodotti chimici sulla vegetazione spontanea che viene impollinata dalle api.
"Dalle analisi dell'IZS di Brescia - spiega Ferrario - è stata rilevata la presenza di diversi erbicidi, insetticidi, fungicidi e fra questi l'erbicida più utilizzato al mondo, il glifosate, per il quale quest'anno si dovrà decidere se rinnovare o meno l'autorizzazione al suo impiego nell'in Unione europea. Questo prodotto, soprattutto se combinato a cocktail letali di altri pesticidi, è causa di importanti effetti collaterali nei confronti di api e altri insetti".
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