Dai granchi blu sbarcati nel Mediterraneo alla zanzara Aedes egypti che diffonde malattie come Zika, passando per il giacinto d'acqua che danneggia la pesca o la lantana che dilaga in foreste e aree agricole: le specie aliene crescono in tutto il mondo con un ritmo vertiginoso e causano danni per oltre 423 miliardi di dollari all'anno, con costi che sono quadruplicati per ogni decennio dal 1970, mentre le contromisure attuate dai vari Paesi continuano a essere insufficienti. Lo indica l'ultimo rapporto dell'Ipbes, la Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità promossa dalle Nazioni Unite.
Secondo le stime degli esperti, più di 37.000 specie aliene sono state introdotte dalle attività umane in tutte le regioni e i biomi della Terra. La loro diffusione procede con una velocità senza precedenti, pari a circa 200 specie all'anno. Almeno 3.500 specie (quasi un decimo del totale delle specie aliene) sono classificate come invasive: comprendono 1.061 piante (il 6% delle specie vegetali aliene), 1.852 invertebrati (22%), 461 vertebrati (14%) e 141 microrganismi (11%).
Le segnalazioni arrivano soprattutto dalle Americhe (34%), seguite da Europa e Asia centrale (31%), Asia Pacifico (25%) e Africa (7%). Tre quarti delle segnalazioni riguardano gli ecosistemi terrestri, principalmente boschi, foreste temperate e boreali. Poche segnalazioni riguardano gli ecosistemi marini, a riprova del fatto che serve migliorare il monitoraggio del fenomeno. Le specie esotiche invasive causano più danni sulle isole, con un numero di piante aliene che ormai supera il numero delle piante autoctone in oltre il 25% di tutte le isole.
Il rapporto Ipbes definisce generalmente insufficienti le misure attuate per contrastare il fenomeno. Sebbene l'80% dei Paesi si sia posto degli obiettivi per gestire le specie aliene invasive, solo il 17% ha leggi o regolamenti specifici. Inoltre il 45% di tutti i Paesi non prevede investimenti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA