Il manoscritto medievale, le cui pagine si trovano ora nel Museo della Bibbia di Washington DC, contiene una raccolta di testi siriaci scritti nel decimo o undicesimo secolo, ma si tratta in realta' di un palinsesto: la pergamena, cioe' , conteneva un testo piu' antico che e' stato raschiato via da uno scriba per riutilizzarla. Nel 2017, le pagine sono state analizzate tramite fotografie fatte in varie lunghezze d'onda e utilizzando algoritmi informatici, per cercare di rendere piu' visibile il testo nascosto. In questo modo, alcuni fogli hanno lasciato riemergere delle coordinate stellari, che hanno permesso di risalire a Ipparco e di datare il periodo in cui vennero fatte le osservazioni.
I ricercatori, guidati da Victor Gysembergh, sperano ora di ottenere altre parti dell'antica mappa grazie all'avanzamento delle tecniche di analisi, anche perche' molte parti della pergamena medievale non sono state ancora decifrate. È anche possibile che altre pagine siano ancora nascoste nel monastero egiziano, che contiene piu' di 160 palinsesti: da alcuni di essi sono gia' riemersi altri testi greci sconosciuti, comprese ricette di farmaci, istruzioni chirurgiche e una guida alle piante medicinali.
È stata ritrovata, nascosta in una pergamena medievale del Monastero di S.Caterina in Egitto, la più antica mappa del cielo conosciuta, datata intorno al 129 a.C.: si tratta della mappa di Ipparco, considerato il più grande astronomo dell’antica Grecia, che si credeva ormai persa per sempre.e guidata dal Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs), dimostra che Ipparco ha davvero compilato un catalogo delle stelle secoli prima degli altri tentativi noti, e segna anche un momento cruciale nella nascita della scienza, quando gli astronomi sono passati dalla semplice descrizione di ciò che vedevano nel cielo alla misurazione e previsione dei fenomeni.
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