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Pesci-camaleonte riescono a specchiarsi attraverso la pelle

Pesci-camaleonte riescono a specchiarsi attraverso la pelle

Con una visione ‘epidermica’

24 agosto 2023, 12:59

Leonardo De Cosmo

ANSACheck

Un esemplare di Lachnolaimus maximus (fonte: Claire H., da Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un esemplare di Lachnolaimus maximus (fonte: Claire H., da Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un esemplare di Lachnolaimus maximus (fonte: Claire H., da Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vedersi senza avere uno specchio: è quel che riescono a fare alcuni pesci camaleontici, capaci di modificare il colore della pelle per mimetizzarsi nell’ambiente o per comunicare con i propri simili. A scoprire questa incredibile capacità di ‘visione epidermica’ è stata la ricerca guidata da Lori Schweikert, dell’Università Duke negli Stati Uniti, e pubblicata sulla rivista Nature Communication. La scoperta arriva dall’intuizione avuta pochi anni prima osservando le capacità di alcuni pesci camaleontici, in particolare di Pargo gallo (Lachnolaimus maximus) molto comune nell’Atlantico, di riuscire a modificare colore e disegno sulla propria pelle anche diverse ore dopo essere morti.

Da quest’osservazione i ricercatori avevano infatti ipotizzato che il meccanismo di trasformazione sviluppato per mimetizzarsi e comunicare con i simili fosse guidato da meccanismi almeno in parte indipendenti dall’occhio e dal cervello, una sorta di ‘skin vision’, ossia una capacità di visione direttamente guidata dalla pelle.

Una sensibilità sviluppata, ipotizzano i ricercatori, non tanto per osservare l’esterno bensì per vedere sé stessi. Per verificarlo i ricercatori hanno analizzato in dettaglio la pelle del Pargo gallo scoprendo la presenza di strati sovrapposti: uno più esterno con cellule capaci di muovere al proprio interno una serie di pigmenti per modificare la colorazione del pesce, uno più interno con cellule capaci di captare, attraverso speciali strutture dette cromatofori (in qualche modo simili a quelli della retina), variazioni di luce. Secondo i ricercatori lo strato interno funziona come una sorta di pellicola fotografica grazie alla quale gli animali possono fare una sorta fotografia della propria pelle dall’interno.

Non si tratta dunque di un occhio per vedere l’esterno, ma di un modo per specchiarsi senza avere uno specchio a disposizione per verificare se la pigmentazione replichi fedelmente quella dell’ambiente in cui si trova l’animale oppure per assumere la colorazione necessaria per comunicare con i propri simili ad esempio nel periodo dell’accoppiamento.

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