Per la prima volta la Cina ha superato gli Stati Uniti per numero di pubblicazioni scientifiche: ben 17.000 in più. Lo indica il rapporto annuale della National Science Foundation americana, riportato sul sito della rivista Nature, che conferma comunque gli Stati Uniti come il 'cuore' della ricerca mondiale per qualità delle pubblicazioni, brevetti legati alle pubblicazioni scientifiche e capacità di attrarre studenti e ricercatori da tutto il mondo.
Il rapporto si basa sui dati più recenti disponibili, relativi al 2016, e indica che la Cina ha pubblicato oltre 426.000 ricerche scientifiche, contro le 409.000 degli Stati Uniti. Questi dati ''dovrebbero suscitare qualche allarme'', secondo Mark Muro, del Brookings Institution, uno dei think tank più influenti di Washington. Arrivano, infatti, in un momento di preoccupazione per la scienza statunitense, dopo i tagli alla ricerca fatti dall'attuale Governo nel 2017. "Le tendenze nella spesa scientifica statunitense vanno nella direzione sbagliata - aggiunge - e la ricerca continua a essere limitata dalla sotto-rappresentazione di donne e minoranze".
Il rapporto mostra anche che nel 2015 gli Stati Uniti erano al primo posto negli investimenti in ricerca e sviluppo, con una spesa di circa 500 miliardi di dollari, ovvero il 26% del totale mondiale, mentre la Cina era al secondo posto, con 400 miliardi di dollari. Tuttavia la spesa per la ricerca negli Stati Uniti è rimasta invariata negli ultimi anni, ora è stata addirittura tagliata, mentre la Cina la sta incrementando ogni anno.
Un quadro completamente diverso, invece, emerge dalla valutazione delle pubblicazioni più citate: in questo caso al primo posto c'è la Svezia, seguita da Svizzera, Stati Uniti, Unione Europea e Cina. I ricercatori europei sono ai primi posti anche per le collaborazioni internazionali: il primo Paese per numero di collaborazioni scientifiche internazionali è il Regno Unito, seguito da Francia e Germania.
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