Riprese ad altissima risoluzione e scansioni ai raggi X stanno mettendo a nudo la Fornarina di Raffaello, per svelare i segreti che si celano dietro una delle opere più celebri dell'artista urbinate a 500 anni dalla sua morte. Accade alle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, dove il dipinto è al centro di una tre giorni di studi e approfondimenti in vista del trasloco per la mostra in programma dal 5 marzo alle Scuderie del Quirinale.
Fino a giovedì 30 gennaio, i visitatori di Palazzo Barberini avranno l'opportunità di osservare da vicino le indagini condotte dagli esperti, inclusi i ricercatori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
I lavori sono cominciati con un'acquisizione fotogrammetrica Gigapixel+3D del dipinto, realizzata dal team di Haltadefinizione: una ripresa ad altissima risoluzione, sul fronte, sul retro e sulle parti laterali, ottenuta tramite la composizione di più immagini di dettaglio. Questo consentirà ingrandimenti con una resa di colori, toni, dettagli, nitidezza e illuminazione non altrimenti ottenibili.
Il modello 3D derivato dalla campagna fotogrammetrica permetterà inoltre di mappare la forma dell'oggetto, delle pennellate e delle crettature, con una precisione dell'ordine di decine di millesimi di millimetro, e potrà essere impiegato sia per il monitoraggio dello stato di conservazione dell'opera, sia per la diffusione e valorizzazione dell'immagine di Raffaello.
La seconda fase di studio prevede una campagna di indagini chimiche realizzate grazie al nuovo sistema Xrf scanner multicanale, sviluppato dall'Infn in collaborazione con l'Università di Roma Tre, Sapienza Università di Roma e l'Istituto per i materiali nanostrutturati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismn) nell'ambito del Progetto Musa (Multichannel Scanner for Artworks). Le analisi, a cura di Emmebi diagnostica artistica e Ars Mensurae, consisteranno in scansioni macro a fluorescenza ai raggi X (Ma-Xrf).
"Le scansioni Xrf permetteranno di identificare la composizione chimica dei pigmenti usati da Raffaello per la realizzazione della Fornarina e collocarli spazialmente nell'opera attraverso mappe chimiche con risoluzione sub millimetrica", spiega Luca Tortora, docente di chimica dell'Università Roma Tre e ricercatore dell'Infn. "Queste informazioni sono fondamentali per conoscere la tecnica pittorica dell'artista oltre a essere utili a restauratori e conservatori per eventuali interventi sull'opera".
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