Conto alla rovescia per il primo test al mondo dell'ascensore spaziale. E' previsto l'11 settembre e l'esperimento, giapponese, prevede il lancio di un modello in scala ridotta: due satelliti cubici dal lato di 10 centimetri collegati da un cavo d'acciaio di 10 metri, percorso da una scatola azionata da un motore.
L'ascensore è un sogno inseguito da almeno 100 anni, sin da quando il russo Konstantin Tsiolkovsky, considerato il padre dell'astronautica, ebbe l'idea dopo aver visto la torre Eiffel. Da allora l'ascensore è stato uno dei protagonisti della fantascienza perché la sfide tecnologiche associate al progetto sono gigantesche. Per cominciare, l'impianto deve essere costruito con un materiale abbastanza leggero da non farlo crollare sotto il suo stesso peso. Il materiale deve però anche essere sufficientemente robusto da resistere alla tensione prodotta dalla forza centrifuga, ben oltre l'atmosfera terrestre, per mantenerlo in posizione verticale. Deve infine resistere anche all'attrazione gravitazionale di Terra, Sole e Luna, e alle sollecitazioni delle condizioni atmosferiche terrestri, come i forti venti.
Rappresentazione grafica di un ascensore spaziale (fonte: Obayashi Corp.)
L'azienda giapponese Obayashi, in partnership con l'Università di Shizuoka, ha già annunciato che spera di far diventare l'ascensore una realtà entro il 2050, insieme con una stazione spaziale in orbita geostazionaria, alla quota cioè di 35.000 chilometri. Per il cavo si pensa alla tecnologia dei nanotubi di carbonio, che però presenta problemi di resistenza. E' possibile tuttavia che un nuovo materiale adatto possa venire fuori nei prossimi 30 anni. Il gruppo giapponese è ottimista: "n teoria un ascensore è molto plausibile - ha detto Yoji Ishikawa, dell'Università di Shizuoka - e in future viaggiare con un ascensore spaziale potrebbe diventare molto frequente".
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