Trivellerà il suolo di Marte con la sua punta di diamante e andrà a cercare la vita con il suo occhio di zaffiro: è il trapano italiano destinato alla missione europea ExoMars 2020, che ha appena cominciato il suo lungo viaggio verso il pianeta rosso. Dal laboratorio di Nerviano (Milano), dove è stata costruita della Leonardo con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), la trivella è arrivata a Torino, negli stabilimenti della Thales Alenia Space (Thales - Leonardo), dove in un ambiente super-sterile viene integrata a bordo del rover della missione ExoMars 2020.
Bel frattempo la sua copia in dimensioni reali è stata esposta a Napoli, nella mostra organizzata dalla Leonardo in occasione dell'evento Leonardo Innovation Day.
A pochi giorni dall'arrivo sul suolo marziano del lander Insight della Nasa, è già cominciata la staffetta che nel 2020 vedrà arrivare su Marte la tecnologia italiana alla base dello strumento principale della missione ExoMars 2020, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dell'agenzia spaziale russa Roscosmos.
"Lo strumento è una trivella in grado di farsi strada sia su terreni soffici che duri e di prelevarne dei campioni", ha detto il responsabile Ricerca e sviluppo Spazio di Leonardo, Marco Molina. Grazie alla trivella, ha aggiunto, "andremo a cercare nei luoghi dove possibili alvei di fiume potrebbero avere lasciato tracce di vita". Poiché la punta di diamante del trapano potrebbe venire a contatto con eventuali forme di vita, passate o forse presenti, "è indispensabile che si trovi in un ambiente completamente asettico, in linea con le regole di protezione planetaria". Bisogna quindi evitare che microrganismi terrestri possano contaminare eventuali future prove dell'esistenza di forme di vita su Marte, in vista di "futuri incontri ravvicinati".
In vista del lancio della missione, al momento previsto nel luglio 2020, le prossime tappe prevedono le operazioni di assemblaggio e integrazione nei primi sei mesi del 2019, seguite dalle prove di qualifica del rover e a fine 2019 la spedizione per la base di lancio russa di Baikonur, nel Kazakhstan.
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