Vortici di gas, lunghissimi filamenti e giganteschi brillamenti: mai finora l'atmosfera del Sole era stata osservata così da vicino e le prime immagini catturate da questa distanza record si devono alla sonda Solar Orbiter, di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), grazie al contributo di strumenti italiani, come il coronografo Metis, il primo strumento del suo genere in grado di osservare la corona solare simultaneamente nella banda visibile e ultravioletta, fornendo quindi un quadro molto dettagliato sui processi che governano l'espansione del plasma solare nello spazio interplanetario.
Finanziato e gestito dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Metis è nato dalla collaborazione di Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), le Università di Firenze e Padova, dell'Istituto di Fotonica e nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifn) e da un consorzio industriale formato da OHB Italia e Thales Alenia Space Italia.
Le immagini sono state riprese dalla Solar Orbiter durante il passaggio ravvicinato al Sole dello scorso 26 marzo, quando la sonda si trovava a solo un terzo della distanza fra la Terra e il Sole. Da questa posizione, lo strumento Metis ha potuto riprendere immagini della corona solare con un dettaglio senza precedenti, rivelando una struttura fatta di lunghi filamenti e molto dinamica del plasma e dei campi magnetici, aprendo la strada a nuove ricerche sui processi fisici responsabili dell'nuove indaginisui processi fisici che determinano l'accelerazione del vento solare e i fenomeni impulsivi, che possono avere un potenziale impatto sulla previsione delle tempeste geomagnetiche e per il meteo solare in genere.
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