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Il telescopio Webb vede il buco nero supermassiccio più distante

Il telescopio Webb vede il buco nero supermassiccio più distante

Esisteva già 570 milioni di anni dopo il Big Bang

07 luglio 2023, 15:32

Benedetta Bianco

ANSACheck

Una versione ingrandita delle immagini catturate dal Jwst che hanno permesso la scoperta del buco nero supermassiccio più distante mai visto (fonte: NASA, ESA, CSA, Steve Finkelstein/UT Austin, Micaela Bagley/UT Austin, Rebecca Larson/UT Austin) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una versione ingrandita delle immagini catturate dal Jwst che hanno permesso la scoperta del buco nero supermassiccio più distante mai visto (fonte:  NASA, ESA, CSA, Steve Finkelstein/UT Austin, Micaela Bagley/UT Austin, Rebecca Larson/UT Austin) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una versione ingrandita delle immagini catturate dal Jwst che hanno permesso la scoperta del buco nero supermassiccio più distante mai visto (fonte: NASA, ESA, CSA, Steve Finkelstein/UT Austin, Micaela Bagley/UT Austin, Rebecca Larson/UT Austin) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo regalo dal telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese. Ha scovato il buco nero supermassiccio più distante mai osservato: esisteva già, insieme alla galassia che lo ospita chiamata Ceers 1019, 570 milioni di anni dopo il Big Bang. Con i suoi 9 milioni di masse solari, è il buco nero più piccolo dell’universo primordiale, eppure pone i ricercatori davanti ad una sfida: spiegare come sia riuscito a formarsi così presto dopo l’inizio del cosmo. Il buco nero è stato scoperto insieme a molti altri oggetti interessanti, tra cui 11 galassie esistite in un’epoca in cui l’universo aveva tra 470 e 675 milioni di anni, dallo studio guidato dall’Università del Texas ad Austin e pubblicato in diversi articoli su un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters.

I ricercatori sanno da tempo che buchi neri non troppo massicci devono essere esistiti già nelle prime fasi del cosmo, ma le prime conferme sono arrivate solo grazie al Jwst. Grazie alle sue immagini, infatti, i ricercatori guidati da Rebecca Larson non solo sono riusciti a distinguere il buco nero centrale dalla sua galassia ospite, ma anche il gas che il buco nero sta divorando e le nuove stelle in formazione.

“Non siamo abituati a vedere così tanti dettagli nelle immagini scattate a queste distanze”, commenta Jeyhan Kartaltepe dell’Istituto di Tecnologia Rochester di New York e co-autore dello studio. “L’attività di questa galassia potrebbe essere dovuta in parte ad una precedente fusione con un’altra galassia”.

“Fino ad ora, la ricerca sugli oggetti dell'universo primordiale è stata in gran parte teorica”, aggiunge Steven Finkelstein, che ha coordinato lo studio. “Con Webb, non solo possiamo vedere buchi neri e galassie a distanze estreme – dice Finkelstein – ma possiamo anche misurarli con precisione: questo è l'enorme potere di questo telescopio”.

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