La sonda Voyager 1 della Nasa, l’oggetto più lontano dalla Terra che sia mai stato costruito dall’uomo, sta dando letteralmente i numeri: invia segnali privi di senso, miscugli ripetitivi di 0 e 1, le due cifre normalmente utilizzate in informatica per codificare i dati. Gli scienziati della Nasa stanno cercando di risolvere il guasto, ma non è un compito facile: la sonda si trova a 24 miliardi di chilometri di distanza e i messaggi impiegano circa 22,5 ore per raggiungerla. Ciò significa che ci vorranno giorni per sapere se i tentativi di ripristinare i computer, vecchi di quasi 50 anni, sono andati a buon fine.
Non è la prima volta che Voyager 1 invia segnali distorti: nel 2022 un computer di bordo rotto ha causato un problema simile e gli ingegneri hanno impiegato mesi per risolvere il problema. In questo caso, invece, il guasto sembra essere dovuto all’interruzione delle comunicazioni tra due computer. Gli esperti Nasa stanno ora esaminando documenti vecchi di decenni sul funzionamento della sonda e dei suoi sistemi, che utilizzano una tecnologia ormai obsoleta e quasi dimenticata. Per fare un paragone, uno smartphone di oggi può processare più di 100 miliardi di istruzioni al secondo, mentre i computer di Voyager 1 possono gestirne solo circa 8.000 al secondo.
Se i tecnici riusciranno a riparare il guasto, la speranza è che Voyager 1 possa proseguire la sua attività almeno fino al suo 50esimo compleanno, nel 2027. Ma, in ogni caso, la sonda è destinata a spegnersi presto: una volta superata la Nube di Oort, una nube di comete posta ai limiti più esterni del Sistema Solare, a 2.400 volte la distanza tra il Sole e Plutone, i suoi sistemi esauriranno l’energia che li alimenta. È stato perfino suggerito di inviare un ultimo messaggio alla Voyager, prima che il suo sistema di comunicazione si guasti definitivamente: le parole potrebbero così essere conservate per millenni, codificate nella memoria dei computer di bordo mentre la sonda va alla deriva.
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