Confermato il rientro in atmosfera del satellite europeo per l'osservazione della Terra Ers-2 (European Remote-Sensing satellite 2). Il Il satellite ha concluso il suo rientro incontrollato verso la Terra alle 18.17 italiane, con un impatto nell'atmosfera avvenuto sull'oceano Pacifico settentrionale, nell'area compresa fra l'Alaska e le Hawaii. Lo rende noto l'ufficio dell'Agenzia Spaziale Europea per la sorveglianza dei detriti spaziali. Nessuna notizia al momento sull'eventuale caduta di detriti, che potrebbero essersi generati per l'incompleta distruzione in atmosfera del relitto spaziale che pesa 2.300 chili, e in particolare di alcune sue componenti di grandi dimensioni come il serbatoio e l'antenna principale.
Le previsioni in merito all'ora e al luogo dell'impatto con l'atmosfera sono rimaste molto incerte fino all'ultimo, a causa della variabilità del meteo spaziale determinato dall'attività del Sole, che ha influito sulla densità dell'atmosfera terrestre e dunque sulla resistenza incontrata dal satellite nel suo percorso. L'ultima previsione elaborata dall'Esa a ridosso dell'evento indicava possibile il rientro sopra il mare di Norvegia alle 18:05 italiane, con una finestra di incertezza di circa 30 minuti. Un'indicazione che non permetteva di stimare con esattezza il punto reale di impatto, considerato che in un simile arco temporale il satellite percorre circa 28.000 chilometri.
E' stata un'uscita di scena al cardiopalmo per Ers-2, dopo quasi 29 anni trascorsi in orbita. Il satellite è stato lanciato nell'aprile del 1995, quattro anni dopo il gemello Ers-1, ed è rimasto in funzione per 16 anni, raccogliendo una grande quantità di dati su oceani, calotte polari e suolo, utili anche per il monitoraggio di disastri naturali come terremoti e inondazioni. Informazioni altrettanto preziose sul buco dell'ozono e su altri gasi inquinanti in atmosfera le ha raccolte grazie allo strumento Gome, realizzato dall'allora Officine Galileo di Campi Bisenzio, in seguito confluite in Leonardo.
La missione di Ers-2 si è conclusa ufficialmente nel 2011: sebbene il satellite fosse ancora funzionante, si è comunque deciso di terminare le operazioni e di deorbitarlo per mitigare la proliferazione di detriti spaziali. Il satellite è stato sottoposto a 66 manovre di deorbita nei mesi di luglio e agosto 2011, per poi essere completamente passivato (cioè privato di ogni energia interna) nel mese di settembre. Le manovre hanno consumato il carburante residuo del satellite e abbassato la sua altitudine media da 785 a 573 chilometri, per ridurre il rischio di collisione con altri satelliti o detriti spaziali e per garantire che l'orbita decadesse abbastanza velocemente da consentirgli di rientrare nell'atmosfera terrestre entro 15 anni.
E così è stato, con una caduta incontrollata che ha catturato dapprima l'attenzione di altri satelliti, che hanno ripreso i ruzzoloni spaziali di Ers-2 tra gennaio e febbraio, e poi i telescopi da terra, come quelli del Centro europeo per l'osservazione della Terra (Esrin) di Frascati, che proprio martedì sera hanno ripreso l'ultimo passaggio visibile di Ers-2 sopra i cieli europei.
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