Svelati i potenti campi magnetici che avvolgono a spirale il buco nero supermassiccio che si nasconde al centro della Via Lattea, Sagittarius A*: la scoperta si deve ad una nuova immagine del 'mostro' in agguato nel cuore della nostra galassia, dopo la prima annunciata nel 2022, questa volta ottenuta con la luce polarizzata, indistinguibile per gli occhi umani da quella 'normale'.
Il risultato è stato ottenuto grazie alla collaborazione internazionale Event Horizon Telescope, che coinvolge più di 300 ricercatori di tutto il mondo, compresi molti italiani dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. Nell'ambito della collaborazione sono stati collegati fra loro otto telescopi in modo da ottenerne uno virtuale, delle dimensioni della Terra. La scoperta è stata riportata in due articoli pubblicati su The Astrophysical Journal Letters.
La prima immagine di Sagittarius A* ha rivelato la sua somiglianza con il buco nero supermassiccio M87, il primo mai fotografato, che abita al centro della galassia Virgo A, la più grande dell'universo 'vicino'. E questo nonostante Sagittarius A* sia oltre mille volte meno massiccio. Ciò ha fatto pensare che i due condividessero altre caratteristiche oltre al loro aspetto e per questo motivo i ricercatori della collaborazione Eht hanno deciso di ottenere un'altra immagine con la luce polarizzata, cioè luce che oscilla con un particolare orientamento.
L'obiettivo, però, non era facile, perché il buco nero della Via Lattea cambia costantemente, non resta fermo 'in posa' per essere fotografato. Proprio per questo motivo anche la prima immagine di Sagittarius A* era stata ottenuta facendo una media tra più immagini e la stessa tecnica è stata utilizzata per ottenerne una con luce polarizzata. Una nuova osservazione del buco nero che si trova al centro della Via Lattea è prevista per aprile di quest'anno e, man mano che la collaborazione Eht incorpora nuovi telescopi, sarà possibile ottenere immagini sempre più nitide e anche filmati.
"Il fatto che la struttura del campo magnetico di M87* sia così simile a quella di Sagittarius A* è significativo perché suggerisce che i processi fisici che governano il modo in cui un buco nero alimenta e lancia getti potrebbero essere universali tra i buchi neri supermassicci, nonostante le differenze di massa, dimensione e ambiente circostante", osserva Mariafelicia De Laurentis di Università Federico II di Napoli e Infn. "Questo risultato - aggiunge - ci consente di affinare i nostri modelli teorici e le nostre simulazioni, migliorando la nostra comprensione di come la materia viene influenzata vicino all'orizzonte degli eventi di un buco nero".
Essere riusciti a ottenere immagini di entrambi i buchi neri supermassicci in luce polarizzata è un grande risultato, perché offre nuovi modi per confrontare buchi neri diversi e, con il progredire della tecnologia, è probabile che le immagini rivelino ancora più segreti su somiglianze e differenze. "Questi nuovi risultati forniscono limiti stringenti sui modelli di accrescimento di Sagittarius A*", rileva Kazi Rygl dell'Inaf di Bologna: "In futuro, saremo in grado di conoscere meglio questi aspetti della natura del buco nero al centro della nostra galassia."
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