Mentre il satellite Integral dell’Agenzia Spaziale Europea stava osservando il cielo, ha assistito ad un’intensa esplosione di raggi gamma che ha illuminato la vicina galassia M82, distante 12 milioni di anni luce, per circa un decimo di secondo: l’eruzione proveniva da una rara magnetar, una giovane stella di neutroni estremamente compatta e dotata di un fortissimo campo magnetico, come ha pubblicato sulla rivista Nature il gruppo internazionale di ricerca guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica. Hanno partecipato allo studio le Università di Milano-Bicocca, la Statale l'Università di Milano, dell’Insubria e la Scuola Universitaria Superiore Iuss di Pavia. Si tratta della prima conferma solida di un fenomeno di questo tipo al di fuori della Via Lattea.
Appena 13 secondi dopo il rilevamento dell'esplosione, un’allerta è stata inviata agli astronomi di tutto il mondo. “Ci siamo subito resi conto che si trattava di un avviso speciale”, racconta Sandro Mereghetti dell’Inaf di Milano, che ha guidato lo studio. È stato quindi mobilitato immediatamente il telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Esa, che poche ore dopo ha osservato la stessa regione di cielo alla ricerca di un bagliore residuo nei raggi X, che sarebbe stato presente nel caso in cui il fenomeno fosse stato provocato dallo scontro tra due stelle di neutroni: ma il telescopio non ha trovato tracce, così come altri a terra, tra cui il Telescopio Nazionale italiano Galileo, situato sull’isola spagnola di La Palma.
“Senza segnali nei raggi X e nella luce visibile, e senza onde gravitazionali misurate dai rilevatori sulla Terra – aggiunge Mereghetti – siamo certi che il segnale proveniva da una magnetar”, un tipo di stella che occasionalmente può emettere questi giganteschi bagliori di energia. Negli ultimi 50 anni, solo tre di questi brillamenti sono stati rilevati all’interno della Via Lattea, e quest’ultimo è il primo confermato con certezza come proveniente da un’altra galassia.
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