A 60 anni dal lancio del suo primo satellite, il San Marco 1 voluto da Luigi Broglio, l'Italia guarda a un futuro nel quale lo spazio è destinato ad avere un'importanza fondamentale, dai futuri programmi per la Luna e quelli per l'Africa, dove la base italiana di Malindi potrebbe tornare a essere, oltre a un centro di formazione, anche il luogo da cui lanciare i futuri satelliti africani. E' lo scenario presentato in occasione della Giornata nazionale dello spazio dal presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, e dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Sempre in occasione della Giornata, si apre a Roma il forum dedicato alla New Space Economy (Nse Expoforum) organizzato da Fiera Roma e Asi.
A 60 anni dal suo "ingresso ufficiale" nello spazio, il sistema italiano in questo settore "è cresciuto e consolidato" e "oggi l'Italia è in grado di coprire tutti i domini delle attività spaziali: dall'osservazione della Terra all'esplorazione umana e robotica, fino alle telecomunicazioni e alla navigazione, l'accesso allo spazio e la ricerca", ha osservato Valente nell'evento organizzato dall'Asi per Giornata nazionale dello spazio.. Tutto questo, ha aggiunto, è possibile "grazie a un ecosistema integrato che fa dialogare università, ricerca e imprese".
E' questa, per il presidente dell'Asi, "la via italiana alllo spazio", con la competenza del nostro Paese in settori destinati ad avere una grande espansione come la difesa planetaria, con il telescopio Flyeye la cui costruzione è prevista in Sicilia, la costellazione Iride per l'osservazione della Terra, il contributo all'Agenzia Spaziale Europea per la costruzione dei moduli della futura stazione spaziale Gateway destinata all'orbita lunare e , sempre per la Luna, il programma di telecomunicazioni Moonlight e poi la partecipazione alla missione Exomars.Tante anche le collaborazioni bilaterali, come quelle con la Nasa, l'agenzia spaziale giapponese Jaxa.
Valente ha inoltre annunciato che nel 2026 "l'Italia coordinerà li lavori del comitato internazionale Copuos, istituito nel 1959 per promuovere la cooperazione per l'uso pacifico dello spazio. "Tutto quello che facciamo è per migliorare la vita dei cittadini, all'insegna di sicurezza e sostenibilità", ha detto ancora Valente, "con occhio attento alle nuove tecnologie, fra le quali l'intelligenza artificiale e il quantum computig, e guardando a nuove aree come meteo spaziale, con l'impegno a operare per l'uso pacifico dello spazio".
NUOVA VITA PER LA BASE ITALIANA A MALINDI
"Vogliamo dare a Malindi una funzione prioritaria sia di formazione per futuri astronauti, tecnici, ricercatori e studenti dei Paesi africani, ma anche come una base di lancio per le costellazioni dei microsatelliti dei Paesi africani", ha detto Urso ricordando le iniziative di collaborazione in sviluppo con i Paesi africani nell'ambito del Piano Mattei e nate nei recenti incontri a Il Cairo. Secondo Urso la base di Malindi, il Broglio Space Center da cui in passato l'Italia ha lanciato alcune missioni spaziali e dove è oggi presente una importante stazione di controllo e ricezione di dati spaziali, potrà essere fondamentale per il futuro delle attività di cooperazione con le agenzie spaziali dei singoli Paesi africani e con la possibilità di diventare partner della futura Agenzia spaziale africana.
NUOVE RISORSE PER LE PMI IMPEGNATE NEL SETTORE SPAZIALE
Allocate nuove risorse per le piccole e medie imprese del settore spaziale e previsti investimenti da parte dei fondi pensione: ad annunciare le nuove misure previste nella legge dello Spazio in via di approvazione e nel disegno di legge annuale sulla concorrenza è stato il ministro Urso. "Nella legge dello spazio abbiamo allocato altre risorse per le piccole e medie imprese del settore - ha detto - con una riserva negli appalti per le Pmi affinché anch'esse possono crescere in maniera significativa. Diamo loro una quota all'interno dei programmi e degli appalti delle grandi imprese".
a Legge dello spazio, ha proseguito il ministro, è in corso di approvazione da parte del Parlamento e "si coniuga con altre importanti innovazione che abbiamo inserito nel disegno di legge annuale sulla concorrenza recentemente approvato nel parlamento: prevediamo che vi sia una percentuale che i fondi pensione devono investire sulle startup per consentire loro di diventare delle imprese".
PER LA NEW SPACE ECONOMY UN BALCO FINO A 1.800 MILIARDI ENTRO IL 2036
Per la New Space Economy si prepara un grande balzo: dai 600 miliardi di dollari del 2023 ai 1.800 miliardi di dollari entro il 2036. E' uno scenario al quale l'Italia è pronta, ma che richiede regole chiare, ha detto all'ANSA Simonetta Di Pippo, direttrice dello Space Economy Evolution Lab alla Sda Bocconi, a margine del forum sulla New Space Economy (Nse Expoforum)-.
"Sono cifre sottostimate, se consideriamo che la New Space Economy è l'insieme di tutte le attività spaziali propriamente dette presenti nella filiera spaziale" e di quelle relative all'indotto, con le "società nate per utilizzare i dati spaziali e le società che facevano prodotti in altri settori e che ora si stanno spostando sullo spazio, numerose in Italia", ha detto ancora Di Pippo, che è anche professore di Space Economy alla Sda Bocconi e professore di Space Diplomacy alla New York University di Abu Dhabi.
"In generale - ha proseguito - la New Space Economy sta crescendo ovunque perché è sempre più evidente che utilizzando dati e tecnologie spaziali si possono sviluppare servizi e applicazioni che migliorano la qualità della vita". Secondo l'esperta "siamo in una situazione in cui cresce la quantità di satelliti che ognuno utilizza", pari ad alcune centinaia al giorno: dai servizi per la geolocalizzazione a quelli per la navigazione e l'osservazione della Terra. Senza dubbio, ha concluso, "siamo una società spaziale".
SPAZIO E VITA QUOTIDIANA TEMA DI NSE EXPOFORUM
Il ruolo delle attività spaziali nella vita di tutti i giorni e nel nostro futuro: è questo il tema dell'evento Nse Expoforum in programma a Roma fino al 18 dicembre. La manifestazione ospita stand di imprese, startup, istituzioni e organizzazioni e l'arena offre l'opportunità alle aziende di mettere infar conoscere i loro prodotti e servizi. C'è poi uno spazio dedicato all'incontro diretto tra le aziende e i principali attori della space economy, e un'area dedicata all'apprendimento e alla condivisione tra aziende e istituzioni di livello internazionale, con corsi e iniziative di aggiornamento.
"Come sistema fieristico, promuoviamo partnership strategiche, favoriamo lo scambio di progetti innovativi e coltiviamo connessioni significative - afferma Fabio Casasoli, amministratore unico di Fiera Roma - contribuendo a posizionare l'Italia e il made in Italy all'avanguardia in Europa e nel mondo".
"Il New Space Economy Expoforum rappresenta una piattaforma unica per mettere in luce il ruolo cruciale che l'Italia svolge nella space economy globale", aggiunge Amedeo Teti, capo dipartimento per le politiche per le imprese del ministero delle Imprese e del Made in Italy. "Da Singapore a Tokyo, passando per Los Angeles e Mumbai, abbiamo effettuato presentazioni per promuovere il made in Italy della space economy. Questo sta portando a nuove collaborazioni strategiche e innovazioni - dice Teti - che uniscono il nostro know-how a partnership internazionali di alto livello".
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