Dalla Grecia, Turchia e Italia alla California, dall'Australia alla Siberia, l'Amazzonia e l'Africa, il mondo sta bruciando: lo si può vedere chiaramente dall'immagine della Fire Information for Resource Management System della Nasa.
Nella mappa i punti rossi, rilevati con lo strumento Modis a bordo del satellite Terra della Nasa, indicano i luoghi in cui ci sono alte temperature e sono in corso incendi. Si può così vedere che ad essere colpiti sono gran parte del Nord e del Sud America, e la zona centro-meridionale dell'Africa, in particolare Zambia, Angola, Malawi e Madagascar. Nella Repubblica democratica del Congo lo strato di fumo è così spesso che molte aree sono completamente oscurate. Ad ardere ci sono anche la penisola arabica, la costa mediterranea, l'Europa nord-orientale, mentre in Asia a bruciare sono le coste dell'India, la Siberia, nonchè Cina, Malesia e Indonesia.
Per quel che riguarda l'Africa, anche se non è possibile determinare dal satellite come sia partito l'incendio, scrive la Nasa, la diffusione, la posizione e il momento dell'anno suggeriscono che i roghi siano dolosi e siano stati appiccati per scopi agricoli. I coltivatori in queste aree usano il fuoco da migliaia di anni per pulire i campi dalle vecchie colture e prepararli per le nuove, bruciare le sterpaglie, rinnovare i pascoli o la savana. Anche se il fuoco è un modo efficiente ed economico per gestire la terra, soprattuto nella savana africana dove l'ecosistema dipende dagli incendi periodici per la sua salute, i roghi sono fonti di pericolo, come fumo, rilascio di gas serra e distruzione degli ecosistemi. In Africa centrale, conclude la Nasa, la stagione degli incendi di solito inizia a maggio e raggiunge il suo picco in agosto.
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