L'insicurezza alimentare indotta dalla siccità è l'anello di congiunzione che collega la disponibilità di acqua all'emergere di violenti conflitti, anche in regioni distanti fra loro: lo dimostra uno studio del Politecnico di Milano e dell’Università della California a Berkeley, che ha esaminato quanto accaduto negli ultimi 20 anni nell’America Centrale, dove le comunità rurali sono minacciate ogni estate dalla canicola e dove le città vedono proliferare giovani bande di strada con un alto tasso di violenza urbana. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Water.
“Nel nostro studio, per la prima volta in letteratura, si considera esplicitamente la sicurezza alimentare come un meccanismo centrale nella catena che collega la scarsità d'acqua causata dalla siccità e il conflitto", spiega Martina Sardo, dottoranda presso il Politecnico di Milano e autrice principale dello studio. "Abbiamo anche analizzato in che modo il commercio alimentare interno può influenzare il livello di sicurezza alimentare dalle aree di produzione alle aree di consumo come le città”.
Diminuzioni nella disponibilità e accesso all'acqua e al cibo "spiegano l’accendersi del conflitto, mentre condizioni stabili di pace sono influenzate maggiormente da favorevoli condizioni socio-economiche. Inoltre - sottolinea Maria Cristina Rulli, docente di Idrologia e coordinatrice del Lab Glob3ScienCE del Politecnico di Milano - i conflitti in un dato luogo possono essere anche influenzati da condizioni di scarsità idrica che si verificano in luoghi distanti: ciò a spiegare come il commercio interno di cibo possa rafforzare e espandere spazialmente il nesso acqua-cibo-conflitto”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA