Le due scosse di terremoto che il 6 febbraio 2023 hanno fatto tremare la Turchia rappresentano, oltre alle più forti in 2.000 anni di storia del Paese, anche la coppia più intensa mai registrata sulla terraferma. È estremamente raro, infatti, che due eventi così forti e ravvicinati nel tempo e nello spazio avvengano all’interno di un continente, mentre si rilevano con maggiori probabilità nelle zone di contatto tra continenti e oceani o all'interno di questi ultimi. È quanto emerso da uno studio dell’Università di Pechino
pubblicato sulla rivista Earthquake Science, che si è avvalso di un nuovo metodo per calcolare l’intensità del sisma, aprendo le porta ad un avanzamento sia nella ricerca sui terremoti sia nella risposta ai disastri.
I ricercatori guidati da Xinyu Jiang hanno cercato di risolvere l’attuale problema delle discrepanze rilevate nel calcolo della magnitudo dei due eventi, utilizzando una nuova tecnica che misura la cosiddetta ‘magnitudo del momento sismico’ o Mms (spesso chiamata semplicemente ‘magnitudo momento’): è una scala di misurazione sismica utilizzata dai sismologi per misurare le dimensioni dei terremoti in termini di energia liberata, sviluppata negli anni 70 come aggiornamento della scala Richter, con la quale spesso viene confusa.
“I valori ottenuti sono stati rispettivamente di 7.95 e 7.86, quindi superiori ai risultati precedentemente pubblicati”, spiega Xiaodong Song, uno degli autori dello studio. “La prima scossa è stata leggermente più forte della seconda – continua Song – e corrisponde a uno dei più grandi terremoti in oltre 2.000 anni di storia turca”. Questi valori, inoltre, indicano che la doppietta di scosse è la più potente mai verificatasi sulla terraferma.
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