In 25 anni, dal 1997 al 2021, l’Antartide ha perduto 7.500 miliardi di tonnellate di ghiaccio: 71 delle 162 piattaforme, soprattutto sul lato occidentale, si sono ridotte in volume, riversando nell’oceano enormi quantità di acqua dolce. Per fare un confronto, tra 1992 e 2017 le tonnellate di ghiaccio perse sono state 2.700 miliardi, quindi lo scioglimento è in netto aumento.
Lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances e guidato dall’Università britannica di Leeds, che ha analizzato oltre 100mila immagini provenienti dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea CryoSat-2 e Sentinel-1. Secondo gli autori, il fenomeno potrebbe sconvolgere il sistema di circolazione oceanica, con conseguenze per l’intero globo. Le piattaforme di ghiaccio che circondano l’Antartide sono estensioni della calotta glaciale che copre gran parte del continente e agiscono come enormi ‘tappi’ alle estremità dei ghiacciai, rallentando il loro movimento verso l’oceano: quando questi tappi si riducono, aumenta anche la perdita proveniente dai ghiacciai.
“Ci aspettavamo che la maggior parte delle piattaforme attraversassero cicli di riduzione e ricrescita – commenta Benjamin Davison, alla guida dello studio - invece, vediamo che quasi la metà di esse si sta sciogliendo senza alcun segno di ripresa”. I dati raccolti mostrano che quasi tutte le piattaforme sul lato occidentale dell’Antartide, dove le acque sono più calde a causa delle correnti, hanno subito una perdita di ghiaccio, mentre la maggior parte di quelle sul lato orientale sono rimaste le stesse o sono aumentate di volume. In totale, nel corso dei 25 anni, 67mila miliardi di tonnellate di ghiaccio sono finite nell’oceano, controbilanciate da 59mila miliardi di tonnellate di ghiaccio guadagnato, con una perdita netta di 7.500 miliardi di tonnellate. “Molte piattaforme si sono deteriorate in maniera estesa: 48 in particolare - dice Anna Hogg, co-autrice dello studio - hanno perso più del 30% della loro massa iniziale in soli 25 anni”.
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