L’Artico potrebbe vedere il suo primo giorno completamente libero dai ghiacci già nel giro di un decennio, o forse ancora prima: secondo lo studio pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Environment e guidato dall’Università americana del Colorado a Boulder, potrebbe cadere in una giornata di fine agosto o inizio settembre tra gli anni 20 e gli anni 30 del 2000. Invece, il primo mese intero privo di ghiaccio galleggiante arriverà probabilmente entro il 2050, nel mese di settembre, quando la copertura di ghiaccio marino tocca il suo minimo, e alla fine del secolo la stagione senza ghiacci potrebbe già durare diversi mesi. Questi dati sono in linea con quelli di un’altra recente ricerca pubblicata a giugno 2023 dall’Università di Scienza e Tecnologia di Pohang, in Corea del Sud: i risultati indicavano che l’estate artica potrebbe liberarsi dai ghiacci tra 2030 e 2050.
Quando gli esperti parlano di Artico privo di ghiacci non intendono la completa assenza di ghiaccio nell’acqua: si riferiscono, invece, al momento in cui la copertura di ghiaccio dell’oceano scenderà al di sotto di 1 milione di chilometri quadrati. Questa soglia, infatti, rappresenta meno del 20% della copertura minima raggiunta negli anni 80. Al momento, l’Oceano Artico ha toccato un’estensione minima dei ghiacci marini di circa 3,3 milioni di chilometri quadrati, raggiunta sempre nel mese di settembre.
I ricercatori guidati da Alexandra Jahn hanno riesaminato gli studi condotti finora e i dati sulla copertura del ghiaccio marino, per cercare di valutare in maniera più accurata come l’Artico potrebbe cambiare in futuro. Hanno così scoperto che il primo giorno in cui il ghiaccio scenderà sotto la soglia del milione di chilometri quadrati potrebbe verificarsi da 4 a 18 anni prima rispetto al primo mese privo di ghiaccio, già tra gli anni 20 e 30 del 2000.
Un Artico senza ghiacci è dunque inevitabile, ma i futuri livelli di emissioni di gas serra sono ancora determinanti per decidere la frequenza con cui si verificheranno tali condizioni. Se le emissioni inquinanti rimarranno più o meno allo stesso livello di quelle attuali, la scomparsa dei ghiacci potrebbe rimanere limitata alla fine dell’estate e all’inizio dell’autunno, mentre nel caso in cui i gas serra aumenteranno ulteriormente, l’Artico potrebbe rimanere privo di ghiaccio marino anche per 9 mesi all’anno entro la fine del secolo.
“Ciò trasformerebbe l’Artico in un ambiente completamente diverso, da un Artico ‘bianco’ ad uno ‘blu’”, commenta Jahn. C’è una buona notizia, però: il ghiaccio marino artico è molto resiliente e potrebbe riformarsi rapidamente se il clima lo consentisse. “A differenza della calotta glaciale della Groenlandia, che ha impiegato migliaia di anni per formarsi – dice la ricercatrice – se riuscissimo a invertire il riscaldamento globale i ghiacci artici potrebbero tornare nel giro di un decennio”.
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