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Luca, l'antenato di tutti gli esseri viventi ha 4,2 miliardi di anni

Luca, l'antenato di tutti gli esseri viventi ha 4,2 miliardi di anni

Allora la Terra aveva appena 400 milioni di anni

13 luglio 2024, 18:59

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Luca possedeva già un sistema immunitario per difendersi dagli attacchi dei primi virus (fonte: Science Graphic Design) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca possedeva già un sistema immunitario per difendersi dagli attacchi dei primi virus (fonte: Science Graphic Design) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Abitava già la Terra 4,2 miliardi di anni fa l’ultimo antenato comune a tutti gli organismi viventi, dai microscopici batteri alle gigantesche sequoie, esseri umani compresi: chiamato affettuosamente Luca, ‘Last Universal Common Ancestor’, era probabilmente simile agli attuali batteri e possedeva già un sistema immunitario per difendersi dagli attacchi dei primi virus. Lo afferma lo studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution e guidato dall’Università britannica di Bristol, che dimostra come la vita fiorisse già dopo soli 400 milioni di anni dalla nascita del nostro pianeta e del Sistema Solare.

I ricercatori guidati da Edmund Moody hanno confrontato tutti i geni presenti nel Dna delle specie viventi, contando le mutazioni che si sono accumulate nel tempo dall’ultimo antenato condiviso. Utilizzando un equivalente ‘genetico’ dell’equazione usata per calcolare la velocità in fisica, sono così potuti risalire indietro fino a 4,2 miliardi di anni fa, l’età di Luca: “Non ci aspettavamo che Luca fosse così vecchio – commenta Sandra Álvarez-Carretero, co-autrice dello studio – ma i nostri risultati si adattano alla visione moderna sull’abitabilità della Terra primordiale”.

I ricercatori hanno poi utilizzato i dati ottenuti per fare luce anche sulle caratteristiche di questo antenato: i risultati indicano che si trattava di un organismo complesso simile agli attuali procarioti, microrganismi unicellulari che comprendono i batteri, e che non era solo. “È chiaro che Luca stava già sfruttando e modificando l’ambiente in cui viveva, ma è improbabile che fosse solo”, afferma Tim Lenton dell’Università di Exeter, tra gli autori dello studio: “I suoi rifiuti sarebbero stati cibo per altri microbi, come i metanogeni (batteri che usano l’idrogeno come fonte di energia e vivono solo in assenza di ossigeno), che avrebbero contribuito a creare un ecosistema”.

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