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Microscopio 'suona' le molecole, per diagnosi più precise

Microscopio 'suona' le molecole, per diagnosi più precise

Sviluppato al Politecnico di Milano grazie ai laser ultrabrevi

14 ottobre 2020, 11:25

Redazione ANSA

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La spina dorsale di un topo vista al microscopio vibrazionale (fonte: Politecnico di Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La spina dorsale di un topo vista al microscopio vibrazionale (fonte: Politecnico di Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La spina dorsale di un topo vista al microscopio vibrazionale (fonte: Politecnico di Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' pronto il primo microscopio che 'suona' le molecole come le corde di una chitarra: le 'pizzica' con lampi di luce ultrabrevi e poi le riconosce in base alle vibrazioni che emettono. Sviluppato dai ricercatori del Politecnico di Milano grazie al progetto quinquennale 'Vibra' (Very fast Imaging by Broadband coherent Raman), finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc), questo microscopio potrà avere numerose applicazioni in biologia e medicina: si va dallo studio dei meccanismi cellulari alla base delle malattie fino alla diagnosi dei tumori, che potrà così avvenire in modo automatico e con un maggiore grado di accuratezza e affidabilità.

"Oggi l'identificazione dei tumori e di altre malattie si basa in gran parte sul giudizio soggettivo di un patologo che ispeziona visivamente il tessuto sotto un microscopio", spiega Dario Polli, professore di Fisica al Politecnico di Milano e responsabile scientifico del progetto. "Il nostro microscopio ottico, basato sulla spettroscopia Raman coerente, è in grado di visualizzare rapidamente il contenuto chimico di un campione biologico per identificare le cellule malate nella biopsia umana: uno strumento preciso, affidabile e non invasivo che può guidare il lavoro del chirurgo in tempo reale".

Nel nuovo microscopio ottico, gli impulsi di luce laser ultrabrevi (della durata di milionesimi di milionesimi di secondo) hanno la doppia funzione di colpire le molecole per metterle in vibrazione e di registrarne poi il suono, a frequenze miliardi di volte più acute di quelle che possiamo percepire con le nostre orecchie. Il tutto avviene in maniera non invasiva, senza mezzi di contrasto, in modo da non distruggere o perturbare il campione. In questo modo diventa possibile mappare la concentrazione dei vari costituenti della materia e creare dettagliate mappe tridimensionali di cellule e tessuti.

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