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Hiv, al via i test sull'uomo dei primi due vaccini a mRna

Hiv, al via i test sull'uomo dei primi due vaccini a mRna

Sviluppati da Moderna con la stessa tecnologia usata contro Covid

18 agosto 2021, 17:59

Redazione ANSA

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Un linfocita T attaccato dal virus HIV, evidenziato in giallo (fonte: S. Pincus, E. Fischer, A. Athman, National Institute of Allergy and Infectious Diseases/NIH) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un linfocita T attaccato dal virus HIV, evidenziato in giallo (fonte: S. Pincus, E. Fischer, A. Athman, National Institute of Allergy and Infectious Diseases/NIH) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un linfocita T attaccato dal virus HIV, evidenziato in giallo (fonte: S. Pincus, E. Fischer, A. Athman, National Institute of Allergy and Infectious Diseases/NIH) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Al via i test clinici dei primi due vaccini a mRna contro l’HIV, sviluppati dall’azienda biotech Moderna che è stata tra le prime al mondo a usare questa tecnologia contro il Covid: la sperimentazione di fase 1, finalizzata a valutare la sicurezza dei preparati e la loro capacità di indurre una risposta immunitaria, coinvolgerà 56 volontari sani fra i 18 e i 50 anni di età e dovrebbe concludersi nella primavera del 2023. Lo si apprende dal registro dei trial clinici dei National Institutes of Health (NIH) statunitensi.

I due vaccini sperimentali, molto simili tra loro, si chiamano mRna-1644 e mRna-1644v2-Core e sono stati sviluppati in collaborazione con la International AIDS Vaccine Initiative (Iavi) e la Bill and Melinda Gates Foundation.

A differenza dei vaccini tradizionali, che introducono nell’organismo una parte del virus indebolito o inattivato, quelli a Rna messaggero consegnano alle cellule il ‘libretto di istruzioni’ necessario per produrre un frammento di una specifica proteina (antigene) che solitamente si trova all’esterno del virus e che viene riconosciuto come estraneo dal sistema immunitario: l’obiettivo è stimolare specifici linfociti B a produrre anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro contro l’HIV.

E’ ancora presto per dire se questa nuova strategia funzionerà dove i vaccini tradizionali hanno fallito, ma le premesse sembrano buone: l’antigene codificato dai vaccini a mRna, inoculato in una precedente sperimentazione usando una tecnologia diversa da quella a mRna, è riuscito a stimolare i linfociti B nel 97% dei partecipanti.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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