Decise di tornare a nuotare in mare aperto invece che continuare a camminare sulla terraferma, l'antico pesce Qikiqtania wakei vissuto 375 milioni di anni fa: il suo pentimento evolutivo è stato svelato dallo studio dei resti fossili rinvenuti in Canada più di 15 anni fa e studiati con la tac durante i primi mesi della pandemia dai ricercatori dell'Università di Chicago. I risultati sono pubblicati su Nature.
Pochi giorni prima del lockdown, i ricercatori hanno scansionato un blocco di roccia anonimo che giaceva da anni in deposito e presentava solo alcuni segni di squame. "Non riuscivamo a crederci quando sono apparse le prime immagini sgranate di una pinna pettorale", racconta Justin Lemberg, tra gli autori dello studio. "Sapevamo che avremmo potuto eseguire una scansione migliore del blocco se avessimo avuto il tempo, ma era il 13 marzo 2020 e l'università chiuse tutte le attività non essenziali la settimana successiva".
Le indagini, riprese durante l'estate, hanno poi mostrato che il fossile dell'animale (che doveva essere lungo un'ottantina di centimetri) conserva parti della mandibola e della mascella, porzioni del collo, squame e soprattutto una pinna pettorale e un arto superiore quasi completi, compreso l'osso dell'omero. Quest'ultimo non presenta le tipiche creste che indicherebbero la posizione di muscoli e articolazioni di un arto adattato a camminare sulla terra: la sua superficie liscia e curva sembra invece indicare l'adattamento a una vita sott'acqua.
Questa caratteristica suggerisce che Qikiqtania che sia tornato a nuotare nell'acqua dopo che i suoi antenati iniziarono a usare le loro appendici per camminare.
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