I misteriosi suoni che si possono sentire durante le aurore polari sarebbero dovuti a scariche elettriche che avvengono a circa 75 metri di quota, nel cosiddetto strato di inversione della temperatura. A proporre questa nuova ipotesi per spiegare gli enigmatici suoni, descritti spesso come il rumore in lontananza di una grande cascata, sono i ricercatori dell'università finlandese di Aalto guidati da Unto Kalervo Laine, in occasione della conferenza Baltic Nordic Acoustic organizzata in Danimarca, ad Aalborg.
Da secoli si susseguono testimonianze di strani suoni associati alla comparsa delle aurore polari, descritti a volte come crepitii, applausi lontani oppure rumore di cascate. In pochi, però, erano finora riusciti a dare una spiegazione convincente del fenomeno. Nonostante le tante testimonianze, addirittura a partire dal profeta Ezechiele ben 600 anni prima di Cristo, alcuni esperti continuavano a reputare il fenomeno una sorta di illusione perché le aurore sono fenomeni che avvengono molto in alto, in zone dell'atmosfera tali da rendere impossibile la propagazione di un suono fino a terra.
Dopo oltre 20 anni di analisi, il gruppo di ricerca finlandese potrebbe ora avere trovato una spiegazione convincente. Secondo gli studiosi i suoni e le aurore sarebbero in realtà due fenomeni distinti: poichè sono entrambi legati all'interazione delle particelle solari con il campo magnetico terrestre avvengono spesso in contemporanea, ma sono dovuti a meccanismi fisici differenti.
I suoni dipendono a scariche elettriche nel cosiddetto strato di inversione della temperatura, una sorta di fascia di transizione del calore che si genera solo in determinate condizioni meteorologiche, in particolare in assenza di vento e nuvole, e che si trova normalmente tra 75 e 100 metri di altezza. I suoni aurorali potrebbero essere più comuni del previsto e potrebbero addirittura essere usati segnali anticipatori delle aurore vere e proprie.
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