"Sono stati anni molto difficili quest'ultimi, ma sono felice che tutto ciò stia finendo e questo grazie alla mia famiglia fantastica. È stato difficile anche per mia moglie. Non vuoi essere sposato e avere sette figli con qualcuno che è in grossi guai. La gente non voleva più lavorare con me e questo mi faceva stare male". Così Alec Baldwin al Torino Film Festival dove l'attore, 66 anni, parlerà stasera del thriller 'Caccia a Ottobre Rosso' in cui recitò con Sean Connery e riceverà poi il premio "Stella della Mole" per la sua carriera. Gli anni difficili a cui fa riferimento, e di cui ha parlato solo nel secondo incontro a Torino, sono quelli che fanno riferimento al tragico incidente avvenuto nel 2021 sul set del suo film western indipendente Rust, quando causò involontariamente la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins. Un caso da cui è stato recentemente assolto.
"Ora sono a casa da quasi tre anni e mi piace anche molto e non voglio più lavorare come prima - dice ancora l'attore -.
Prima facevo film e show in tv, lavoravo tanto perché era importante per me, come lo è per la maggior parte degli attori, ma ora per me è diverso".
Mentre sulla rielezione di Trump sottolinea: "La mia reazione è stata di pura delusione. Metà del Paese è felicissima, ma io invece sono preoccupato per quello che sta succedendo. C'era un senso di sconfitta. Non solo a livello politico, ma anche per il fatto che il Paese sta scegliendo una direzione che potrebbe rivelarsi dannosa".
E ancora sulla sua America. "In questo periodo il cinema nel mio Paese è molto importante. Metà del pubblico non è contento dell'informazione ufficiale dei vari tg che non dicono nulla della guerra in Ucraina, dell'ambiente. Insomma gli Americani sono oggi del tutto ignoranti di quello che succede nel mondo, un vuoto che viene riempito dai film e dai documentari. Anche per questo é importante oggi fare film".
Cosa pensa della situazione femminile nell'industria cinematografica? "Quando ho visto 'The Substance', un film meraviglioso che dovete tutti vedere, ho scoperto che la regista è una donna, Coralie Fargeat. Una prova in più che in questa industria abbiamo bisogno di più registe.
Gli uomini una volta si fidavano solo di altri uomini e su settantacinque persone che facevano un film al massimo le donne erano due. Bisogna dare loro la possibilità di lavorare al pari degli uomini anche nel caso di registe alle prese con un'opera prima. Parlando di grandi donne penso al caso della giornalista Shiori Ito la prima donna che ha osato denunciare per violenza sessuale un uomo famoso in Giappone e che su questa vicenda ha scritto anche un libro: Black Box".
Cosa significa per lei Ottobre rosso? "Era la prima volta che lavoravo con una grande produzione ed è lì che ho imparato l'importanza del cast in un film. In quel caso era un cast-miracolo, tutti attori straordinari e c'era Sean Connery una persona gentilissima che percepiva la mia paura".
Tra le sue paure l'inquinamento e il riscaldamento globale.
"Quando gli americani vogliono fare qualcosa la fanno, se vogliono mandare un uomo sulla luna lo fanno, ma non si fa poi nulla per l'inquinamento delle plastiche, né per il riscaldamento globale. Bisogna costringere tutti gli Stati a fare qualcosa nei prossimi dieci anni".
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